Per l’assessore Manuela Lanzarin diventerà sempre più efficace la norma regionale a supporto dei comuni per arginare la piaga sociale del gioco d’azzardo. Il tavolo tecnico è già operativo e al lavoro. 
 

L’assessore regionale alla Sanità e al sociale Manuela Lanzarin replica alle critiche
mosse dai consiglieri di opposizione e da alcuni amministratori sull’efficacia delle
misure di contrasto al gioco d’azzardo previste dalla legge regionale 38 approvata
quasi due mesi fa, ricordando che la norma interviene con misure finalizzate alla
prevenzione, al contrasto e alla riduzione dei rischi del gioco compulsivo e delle
problematiche azzardo-correlate, nonché sul trattamento ed il recupero delle persone
che ne sono dipendenti e nel dare supporto alle loro famiglie.
Tutto l’impianto normativo, ricorda, è stato sostenuto dal lavoro tecnico scientifico di
specifici gruppi tecnici costituiti da personale esperto dei dipartimenti regionali per le
dipendenze, oltre che da rappresentanti del terzo settore, con esperienza di attività nel
trattamento del gioco d’azzardo patologico.
“La Regione ha voluto finalizzare la normativa in materia di gioco d’azzardo a tutela
della popolazione, oltre che di specifiche “fasce più deboli e maggiormente
vulnerabili” individuate da studi e valutazioni fornite dai dipartimenti regionali  per le
dipendenze , non solo determinando specifiche distanze minime delle sale/punti gioco
rispetto a luoghi sensibili, in particolare gli istituti scolastici e i centri di aggregazione,
ma anche rinforzando le fasce orarie di riduzione del gioco nel territorio regionale,
tenendo presente che gli anziani e le casalinghe tendono a giocare soprattutto il
mattino, i giovani  prima dell’entrata e all’uscita da scuola e gli adulti prima
dell’entrata al luogo di lavoro e all’uscita dallo stesso”.
A tal proposito, prosegue l’assessore, “la Regione intende intervenire per
omogeneizzare le fasce orarie di interruzione del gioco su tutto il territorio regionale,
ad integrazione di quanto già disciplinato dai regolamenti ed ordinanze già adottate dai
Comuni in materia di apertura/chiusura dei punti gioco, quale misura per combattere la
migrazione dei giocatori tra territori contigui, e per rinforzare gli interventi anche a
carattere di prevenzione, come di riduzione dei danni e delle problematiche azzardo-
correlate”.

 

“E proprio martedì 29 ottobre – informa l’assessore – si è riunito il tavolo tecnico
allargato alle Conferenze dei sindaci, per operare in maniera condivisa con i Comuni
su orari di apertura degli esercizi”.
“Quanto alla prevenzione e alla riduzione dei rischi del gioco patologico – conclude
l’assessore – ricordo che la Regione Veneto, per parte sua, ha integrato con oltre 1,2
milioni di euro di risorse proprie i 4 milioni del Fondo sanitario nazionale 2018-19
destinati a finanziare l’attività di prevenzione, cura e recupero dei Servizi per le
dipendenze per il gioco patologico, attivando uno specifico piano che prevede percorsi
sperimentali, residenziali, semiresidenziali e di auto-aiuto, in collaborazione con le
associazioni di volontariato e le comunità locale per sostenere le vittime del gioco ei
loro familiari e ridurre le problematiche correlate all’azzardo. Si tratta di un piano
operativo, attivo in tutte le aziende sanitarie territoriali, finanziato anche per il 2019-
2020 con altri 3,6 milioni di euro”.