“Il popolo che cerca la sua libertà e lotta per il suo futuro ha una forza inarrestabile. Ce lo ricorda la caduta del muro di Berlino, che per 28 anni divise i popoli della Germania. Il 9 novembre di 30 anni fa accadde una rivoluzione pacifica. Fu come un potente big bang: ragazzi poco più che diciottenni salirono su quel muro, lo scavalcarono e lo abbatterono, dopo che per anni esperti di geopolitica e premi Nobel avevano discusso di come sarebbe caduto. Giovani e vecchi, poliziotti e soldati, per anni divisi e nemici, si abbracciarono esprimendo gioia e fiducia nel futuro democratico in uno Stato Federale. Se Dio vuole, in Italia non ci sono barriere fisiche, ma anche i popoli e i territori che compongono il Paese hanno in questa fase storica il loro muro da abbattere, che si chiama centralismo. Il metodo pacifico, democratico e costituzionale per farlo si chiama autonomia”.

Con queste parole, e con un riferimento all’attualità italiana, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ricorda il trentennale della caduta del muro di Berlino che, il 9 novembre 1989, smise di dividere le “due Germanie”.

“Noi tutti, i ‘ragazzi’ di allora – ricorda Zaia – vivemmo con grande partecipazione quegli eventi che sparsero aria di libertà ben oltre l’area dove avvennero. Io avevo 21 anni e vissi il tutto come un grande segnale di speranza per tutta la mia generazione, perché quegli eroi erano i miei coetanei. Forse mai come allora capimmo che, se ci credi davvero, nessun sogno è davvero irrealizzabile. Il sogno di allora era liberarsi dal giogo della dittatura comunista della DDR. Il nostro sogno di oggi è conquistarci, democraticamente e pacificamente, l’autonomia che siamo convinti di meritare”.

“Per 28 anni – riflette ancora Zaia – i Lander che rimasero prigionieri nella Repubblica Democratica Tedesca persero tutta la loro autonomia, annientata dalla dittatura di Berlino Est, con gravissime conseguenze sulla qualità della vita della gente. Cominciarono a ritrovarla 30 anni fa, aiutati da un grande sforzo della cosiddetta ‘Germania Ovest’, in una riunificazione improntata a una rinnovata autonomia nella Repubblica Federale Tedesca di oggi. Una delle più grandi e prospere democrazie federali del mondo”.

“La democrazia italiana – aggiunge Zaia – è salda e forte, ma il troppo centralismo dello Stato ne riduce la spinta di progresso, economico e sociale, che va rilanciata con una seria riforma autonomista. In Italia ci deve essere un grande cambio di marcia, perché oggi il nostro muro di Berlino è il Medioevo rappresentato dal centralismo. La caduta di questo muro medioevale è il nostro nuovo Rinascimento, che è rappresentato dall’autonomia. Solo chi non ha visione di prospettiva – dice il Governatore – non riesce a capire che autonomia è sinonimo di futuro positivo. Veneti e Lombardi hanno detto “sì” con due storici referendum, molte altre Regioni hanno avviato un loro cammino con la formalizzazione di atti a diversi livelli. E’ in atto un processo democratico irreversibile – aggiunge Zaia – Così come irreversibile fu l’anelito di libertà che portò tutti i tedeschi ad abbattere il muro di Berlino”.