Un’esposizione unica, che a partire da settembre sarà ancora più ricca: dopo il restauro e i prestiti all’estero, tornano infatti a Venezia alcune delle opere più significative di Jheronimus Bosch, in mostra negli spazi delle Gallerie dell’Accademia; già dal 18 maggio, infatti, in laguna è rientrato il celebre “Trittico degli eremiti”, composizione multipla del pittore olandese già protagonista della retrospettiva personale dedicata all’artista organizzata a Den Bosch per celebrare i cinquecento anni dalla sua scomparsa. L’opera raffigura tre celebri santi eremiti: Girolamo nello scomparto centrale, Antonio abate nello sportello di sinistra ed Egidio in quello di destra; tutti e tre sono rappresentati, secondo la tradizione iconografica più nota, in devota preghiera; la firma è ben visibile, tracciata in bianco, in basso nello scomparto centrale, ma purtroppo i dipinti del lato esterno di entrambi gli sportelli laterali sono andati perduti. Questa particolare realizzazione evidenzia molto bene il legame di Bosch con la cultura classica, ma anche con le ricerche antiquarie parallele di Jacopo Bellini; l’intervento di restauro ha restituito alle pale i vibranti colori originari, rendendo finalmente giustizia alla visione onirica del maestro olandese. Come accennato, poi, a settembre torneranno in Italia, sempre per le Gallerie, il “Trittico di Santa Liberata” e le quattro “Visioni dell’aldilà”, riportando così a Venezia tutte e tre i polittici del grande Bosch custoditi da sempre in laguna, ora impreziositi da un restauro magistrale.

 

Giacomo Costa

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