Vendemmia - foto di repertorio
Vendemmia - foto di repertorio

Le aziende vitivinicole si apprestano ad affrontare la vendemmia 2023, al traguardo di una stagione tutt’altro che facile. L’anno scorso il problema era la siccità, quest’anno l’acqua abbondante. D’altronde in agricoltura, i contadini hanno da sempre fatto tutti gli anni i conti con l’andamento del meteo.

Le malattie delle uve

Le piogge, abbondanti ed intermittenti accompagnate da repentini aumenti della temperatura e ovviamente dall’ umidità dell’aria, hanno fatto sì che si scatenassero tutte le più importanti fitopatie della vite, in primis la Peronospora che in qualche caso, nelle varietà Merlot e Verduzzo ha fatto tabula rasa dell’uva. Il fungo, anche se in forma meno virulenta, ha comunque creato problemi in tutto il veneziano. Non sono mancati attacchi importanti di Oidio sui Pinot e sullo Chardonnay,  difficoltosa anche la lotta alla tignole che grazie all’umidità si sono sviluppate a dismisura e talvolta, è stato difficile individuare la finestra temporale giusta per il trattamento. L’infezione causata dal fitoplasma della flavescenza dorata dà timidi segni di regressione anche se, dopo le “tempeste” di vento, si è notato un aumento di catture, segno questo che torna a preoccupare.

“Se per gli agricoltori che usano forme di difesa convenzionali la campagna è stata complessa, per quelli che adottano tecniche di agricoltura biologica è stata un’impresa titanica che ha richiesto sforzi notevoli” , spiega Orazio Franchi tecnico vitivinicolo di Coldiretti Venezia.

I cambiamenti climatici

Le insolite condizioni climatiche non favoriscono una maturazione omogenea, basti considerare che nei giorni sei, sette, otto di agosto le temperature minime hanno toccato anche gli 11,2°C ben sotto alla media stagionale.

Qualità e quantità in vista della vendemmia

Sotto il profilo quantitativo sarà comunque un annata abbastanza generosa, ovviamente per i pochi che si sono salvati dalla grandine. Per quanto riguarda la qualità delle uve è prematuro esprimere oggi un giudizio e con ogni probabilità si può stimare che nel veneziano la vendemmia inizierà nella prima settimana di settembre.

“Questo scenario di continue bizzarrie del tempo unito al problema dell’aumento dei costi di produzione, mette a dura prova le nostre aziende agricole – afferma Tiziana Favaretto presidente di Coldiretti Venezia – è per questo che abbiamo il dovere di difendere il patrimonio vitivinicolo intervenendo per contenere i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro, del resto tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico. Infatti per un turista, portare a casa una bottiglia di vino veneziano significa costruire un ponte con il nostro agroalimentare che racconta il territorio, costruendo una concreta opportunità commerciale per il futuro ”.