Francesco Di Mariano
Francesco Di Mariano

Francesco Di Mariano, attaccante del Venezia FC, ha incontrato la stampa in teleconferenza. queste le sue dichiarazioni.
Innanzitutto, Francesco: tu contro il Brescia sei stato impiegato a circa metà del secondo tempo. Come valuti la partita, a freddo, per quello che hai potuto vedere dalla panchina prima e dal campo poi?
“Sicuramente abbiamo sbagliato un po’ l’approccio dei primi venti minuti del secondo tempo, anche perché, a livello di statistiche, eravamo una delle migliori squadre, se non la migliore, per occasioni non concesse agli avversari. Invece concederne sette-otto, in solo venti minuti, contro il Brescia che è una grandissima squadra, abbiamo seriamente rischiato di subire tre-quattro goal. E’ vero che poi ci abbiamo provato in tutti i modi, pure noi abbiamo avuto le nostre occasioni, però, per quello che abbiamo dimostrato negli ultimi due mesi, sinceramente dobbiamo stare più attenti, e cercare di evitare di concedere certe chiare occasioni da goal. Anche perché sono delle squadre che ti possono far male”.
Le classiche squadre che, alla prima occasione utile, ti puniscono.
“Esattamente, sono squadre importanti e sicuramente non bisogna concedergli così tanto. Perché è vero che abbiamo recuperato quasi tutte le gare in cui siamo andati sotto, ma non possiamo recuperarle tutte, specie contro squadre con cui è difficile segnare”.
Fermo restando che non si può vincere sempre, e senza nulla voler togliere agli avversari del Brescia, vuoi quindi dire che è stato, fondamentalmente, un problema di approccio?
“Fino alla prima mezz’ora del primo tempo abbiamo avuto l’occasione con Maleh, con un grande salvataggio sulla linea degli avversari, poi c’è stat l’occasione con Modolo, di testa e Bocalon sulla ribattuta. Quindi penso che, fino alla prima mezz’ora, siamo stati una grande squadra; poi abbiamo preso quel goal alla prima occasione, e non è facile andare a recuperare contro una squadra del genere, come dicevo. Sicuramente abbiamo sbagliato l’approccio dei primi 20 minuti del secondo tempo, li abbiamo proprio regalati, questo veramente lo posso dire. Però abbiamo realizzato, e sono sicuro che non succederà più. Può succedere, anche se non dovrebbe”.
Siete stati ben tredici volte sotto in ventisette gare. Da che cosa può dipendere?
“Lo ha detto una volta il mister: siamo la squadra che concede meno, ma nel momento in cui lo facciamo, prendiamo subito goal. E’ anche vero che facciamo altrettanto. Non credo alla sfortuna o altro. L’anno scorso eravamo nella stessa situazione da questo punto di vista? Credo siano solo coincidenze, perché la squadra era diversa, avevamo un altro allenatore. Quello che conta, adesso, è che non ci succeda più di concedere così tanto, specie a questo tipo di avversario. Se vogliamo ambire ai playoff, non dobbiamo concedere così tanto, anche perché adesso andremo ad incontrare squadre come Lecce, Monza, Salernitana, squadre molto importanti che non ti regalano nulla e alla prima occasione poi ti fanno male seriamente”.
Dopo l’1-0 degli avversari, avete avuto occasioni per pareggiarla. 
“Questo è un chiaro segnale che, pur essendo anche rimasti in dieci ad un certo punto, abbiamo cercato di fare goal in tutti i modi. L’anno scorso forse c’era più paura, di segnare, mentre quest’anno si vede la forza e la reazione di una grande squadra che vuole raggiungere un obiettivo comune. Quel goal indubbiamente ci ha cambiato l’inizio della gara, perché nei primi trenta minuti siamo stati perfetti. Ma sono sicuro che non regaleremo più venti minuti come abbiamo fatto nella ripresa, anche perché adesso avremo tutti scontri diretti, e sono convinto che saremo molto più attenti”.
Qual è l’iniezione di fiducia che ti ha dato Zanetti, quest’anno?
“Dobbiamo andare indietro a tre anni fa: ero arrivato fino a febbraio con otto goal, poi mi sono fatto male. Ecco, dal punto di vista mentale quella cosa mi ha “ucciso”, perché  avevo trovato la mia dimensione e stavo facendo veramente molto bene. Poi mi sono fatto male, è successo quello che è successo, non ho potuto dare il mio aiuto alla squadra negli ultimi tre mesi, e sono stato veramente male: sono entrato in un tunnel da cui non sono più uscito. Poi con Dionisi è stata una situazione un po’ complicata: diciamo che non sono riuscito a dare quello che potevo. Quest’anno invece sono partito con una mentalità diversa: Zanetti, comunque, ha cercato di tenere alto il livello della tensione della squadra,  cercando di creare una sana competizione, in cui ogni giorno si deve lavorare per conquistarsi il posto. Grazie a lui, sono cresciuto anche a livello mentale”.
Due anni fa, la ricaduta contro il Pescara, è stata forse la cosa più dura.
“In realtà non avrei neanche dovuto disputare quella gara, ero fermo da un mese. Purtroppo ho giocato, e poco dopo ho avuto un serio problema all’adduttore che mi sono portato avanti fino a dicembre di quell’anno. Poi a gennaio sono state fatte altre scelte, è andata com’è andata, ma dico la verità: non sarei voluto andare via, avrei preferito rimanere qui”.
Finalmente ora lotti per qualcosa di importante che non sia solo la salvezza. 
“E’ bello essere lassù. Anche perché entri in campo sentendoti importante. Per quello che ho passato negli ultimi anni, lottando sempre per salvarmi, c’era sempre tensione, ma adesso gioco con prospettive diverse: sapere che ci sono altre squadre che ci temono, è uno stimolo in più, il che ti fa fare il salto di qualità anche mentalmente. Perché se giochi difendendoti, è difficile, per un attaccante, affermare le proprie qualità”.
Come vedi la prossima gara contro l’Ascoli? In particolare, quali prospettive per voi attaccanti?
“Sicuramente sarà una partita difficilissima, anzi, credo che queste siano le gare più difficili: perché noi, paradossalmente, giochiamo meglio e ci esprimiamo meglio contro squadre che cercano di giocare a calcio e che ti lasciano più spazi. Anch’io sono stato in quelle posizioni di classifica,  so come si preparano queste partire, e sono, appunto, le partite più difficili. Sicuramente Ascoli ha avuto una grande rivoluzione nel mercato di gennaio, e pensavamo potessero ovviamente risalire, dato che hanno i giocatori per poter risalire la classifica. Comunque noi andremo lì sapendo che loro non ci regaleranno nulla, sarà durissima anche per noi attaccanti, perché cercheranno di difendere il più possibile il risultato, la partita, quanto meno di non perderla; però è anche vero che anche loro hanno da perdere, quindi prima o poi dovranno lasciare qualche spazio e sarà lì, in quel momento, che dovremo far male. Il rientro di Forte sarà sicuramente importante, perché anche quando non segna, fa un lavoro incredibile a livello di squadra, io lo conosco molto bene. Secondo me ce la farà a rientrare”.