Le tenie (chiamate comunemente verme solitario) sono dei particolari parassiti con un ciclo vitale che differisce da specie a specie, ma che di fatto prevede tre stadi: uovo, larva e adulto.

Quelle che possono infettare l’uomo sono la taenia saginata (che proviene dalla carne di manzo), la taenia solium (che proveniente dalla carne di maiale) e la diphyllobothrium latum (che proveniente dal pesce).

Verme solitario: l’origine dell’infezione

La maggior parte delle infezioni si verificano quando si mangia della carne cruda (o poco cotta) proveniente da un animale infetto.

Tuttavia, le uova di tenia si trasmettono anche attraverso i movimenti intestinali: un alimento, infatti, può essere contaminato anche da una persona malata che lo tocca senza essersi lavata bene le mani prima.

Sintomi

La presenza della tenia adulta nell’intestino è perlopiù asintomatica. Tuttavia, in alcuni casi possono comparire disturbi quali nausea, anemia, mancanza di appetito, dolori gastrointestinali, sensazione di particolare debolezza e diarrea.

Inoltre, un sintomo caratteristico è dato dalla presenza di proglottidi nelle feci, ovvero di particolari frammenti di vermi biancastri mobili. Di contro, molto di rado la presenza del verme solitario può causare anche un blocco dei movimenti intestinali.

Diagnosi e cura

In alcuni casi le larve possono migrare verso altri parti del corpo causando danni a carico del fegato, offuscamento della vista, problemi cardiaci e cerebrali. Proprio per questo, in presenza di una sintomatologia particolare, è importanti rivolgersi tempestivamente ad uno specialista.

Per giungere ad una diagnosi certa, il medico potrà prescrivere l’esame delle feci o dei test di laboratorio, valutando anche le abitudini alimentari del paziente.

La tipologia e la durata della cura dipenderà necessariamente dal tipo di infezione e dalla gravità della sintomatologia. Generalmente, comunque, la presenza di tenie nell’organismo viene trattata attraverso l’assunzione di farmaci per via orale.