fritole-venzezianeTempo di Carnevale, dolcezze in cucina a Venezia. Famose fin dai tempi di Marco Polo, le fritoe venexiane venivano prodotte esclusivamente dai “fritoleri”, una corporazione composta da 70 artigiani attiva dal Seicento alla caduta della Repubblica. Un’arte, quella del friggere, imparata in Oriente e scomparsa dalle calli veneziane solo alla fine dell’Ottocento.

Uova, farina, zucchero, uvetta e pinoli gli ingredienti base che venivano impastati su grandi tavoli di legno e poi fritti in enormi padelle con olio, grasso di maiale o burro. Tante le varianti che si sono diffuse poi in tutto il Veneto: dalle mele al semolino, dalla polenta al riso, dalla zucca alle creme, dalla frutta immersa nella pastella all’anice al posto della grappa. Ne esiste anche una versione ebraica che gli Ebrei veneziani preparano ancora oggi per la Festa del Purim.

Ingredienti
500 g di fior di farina
2 bicchieri di latte
2 uova
130 g di uva sultanina
80 g di zucchero
40 g di lievito di birra
2 bicchierini di grappa
la scorza grattuggiata di un limone
un pizzico di cannella in polvere
un pizzico di sale
olio di semi per friggere (al tempo si usava lo strutto)
zucchero a velo

Preparazione
In una tazza mettete a bagno l’uvetta nella grappa. Diluite il lievito di birra in mezzo bicchiere di acqua tiepida. Poi, in una terrina, mescolate farina, uova, latte, zucchero semolato, la scorza di limone, un pizzico di cannella e uno di sale, fino a ottenere un impasto lucido e morbido. Mescolate bene e unite il lievito di birra sciolto e l’uvetta con la grappa. Coprite con un canovaccio e lasciate riposare da 2 a 4 ore in un luogo tiepido. Dopo la lievitazione mescolate ancora e aggiungete latte se l’impasto dovesse risultare poco fluido. In una padella fate scaldare l’olio fino a 170 gradi e versate la pastella a cucchiaiate. Una volta sul piatto di portata, spolverate le fritoe con abbondante zucchero a velo.