Si è tenuta a Milano la premiazione della Guida Golosaria che ha visto co-protagonista il Ristorante Le Beccherie di Treviso, grazie alla conferma della “Corona Radiosa”.  <<Ci fa piacere che il nostro lavoro venga riconosciuto e apprezzato. Questi traguardi sono particolarmente importanti in questo periodo di ripartenza per la ristorazione italiana >>, affermano gli Chef de Le Beccherie Manuel Gobbo e Beatrice Simonetti e la responsabile di sala Sara Piciullo, presenti alla premiazione della Guida Golosaria, avvenuta a Milano. Un pensiero condiviso anche dal direttore del locale Andrea Corletto e dal titolare Paolo Lai.

In questi anni Le Beccherie ha saputo da un lato custodire e promuovere a livello internazionale l’eredità del Tiramisù, codificato proprio in questo ristorante da Alba Campeol e dal marito Ado, recentemente scomparso, come ricordato durante la presentazione da Paolo Massobrio, autore della Guida assieme a Marco Gatti.

Allo stesso tempo, grazie alla coppia di giovani chef e ad uno staff affiatato, si è caratterizzato per una cucina contemporanea, che fa incontrare nel piatto le migliori espressioni autoctone con prodotti appartenenti ad immaginari più distanti, viaggiando con i sapori senza mai perdere il contatto con il territorio.

 

Nel cuore pulsante della splendida città di Treviso, in un suggestivo angolo di storia alle spalle della celebre Piazza dei Signori, il ristorante Le Beccherie porta avanti una tradizione di eccellenza che ha origine nell’Ottocento.

Reso un punto di riferimento della città a partire dal 1939 con la gestione della famiglia Campeol, fu proprio in questo storico locale che nel dopoguerra prese infatti forma per la prima volta uno dei dessert simbolo della gastronomia italiana. La prima ricetta del Tiramisù, nata nel 1972 a Le Beccherie, fu proprio quella che il 15 ottobre 2010 venne ufficialmente depositata l’Accademia Italiana della Cucina.

Dal 2014 è Paolo Lai ad aver ripreso il filo della lunga tradizione di questo luogo, che dal 2017, grazie agli chef Manuel Gobbo e Beatrice Simonetti, raccontati in sala da Andrea Corletto e Sara Piciullo, affianca alla ricchezza dei prodotti locali un’ottica di valorizzazione moderna e sincera.