Più di un mese un goccio di pioggia, temperature costantemente sopra i 30 gradi: è già allarme siccità nei campi. Dopo un maggio freddo e piovoso, che ha rallentato la partenza della stagione agricola, è arrivata un’ondata di calore che sta mettendo a rischio i raccolti: per chi non ha la possibilità di irrigare la prospettiva è di perdere l’80% della produzione.
«Mais, barbabietola, soia, vigneti, tutto sta soffrendo», conferma Paolo Valerio, che ha un’azienda agricola a Concordia Sagittaria. «Speravamo in un clima più mite, dopo un avvio della primavera freddo e piovoso. Ma – come si dice – non ci sono più le mezze stagioni. I terreni sono aridi, il caldo sta soffocando le piante».
L’unica soluzione, in questo momento, è ricorrere all’irrigazione artificiale. «Faccio partire le pompe tre volte al giorno, non era mai successo», aggiunge Valerio. «I costi per noi agricoltori sono enormi, di questo passo andremo in perdita».
«La questione è molto seria – interviene il presidente di Cia Venezia Paolo Quaggio – perché l’agricoltura non può affidarsi solo alla pioggia o affrontare la questione come se fosse un’emergenza. Dobbiamo convivere con l’aumento della temperatura e con la siccità. L’anno scorso nel nostro Paese sono mancati 19 miliardi di metri cubi di acqua. Il Centro Euro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici ha stimato che nel trentennio 2021-2050 le precipitazioni estive diminuiranno del 22% e quelle primaverili del 13% rispetto agli anni 1980-2010».
Fare i conti con il clima che cambia è diventato strategico per il futuro. È necessario un piano di adattamento ai cambiamenti climatici. Lo si deve fare a più livelli, comprendendo anche il patrimonio agricolo che è a rischio, così come il patrimonio di biodiversità agraria.
«Nel nostro territorio – aggiunge Quaggio – serve un piano invasi (utili anche durante eventi alluvionali), soprattutto di piccole dimensioni. L’agricoltura ha bisogno di acqua, occorre poterne fare provvista quando ce n’è in abbondanza per poterne disporre quando manca. Gli interventi di tutela dell’equilibrio idrogeologico in capo ai consorzi di bonifica sono importanti, ma bisogna pensare alla quotidianità. Noi siamo pronti a fare la nostra parte: gli agricoltori conoscono il territorio e le sue esigenze: studiamo assieme le soluzioni di lungo respiro, per dare certezze al mondo agricolo».