Filippo Antonelli, Direttore Sportivo del Venezia FC, in una nostra intervista
Filippo Antonelli, Direttore Sportivo del Venezia FC, in una nostra intervista

Il Direttore Sportivo del Venezia FC, Filippo Antonelli, ha incontrato oggi la stampa in videoconferenza, per parlare della sessione invernale di calciomercato. Ecco le sue dichiarazioni.
“Innanzitutto, ecco il progetto tecnico fatto in questo mercato di gennaio: quello che c’è da dire, per prima cosa, come dato di fatto, è che sono state fatte tante operazioni: siamo passati praticamente da 26 giocatori di movimento e 3 portieri, ora siamo a 22 di movimento e 4 portieri. Poi abbiamo fatto tanto anche in uscita. In tutto, sono state fatte 29 operazioni di mercato, tra entrate e uscite, più altre in uscita che verranno definite prossimamente. D’altronde, l’ho sempre detto che quello di gennaio è un mercato particolare e difficile. Comunque, io avevo preparato un piano A e uno B: il piano A era per capire il reale valore di questa squadra, perché avevo detto che la compagine era potenzialmente forte. Il piano B, invece, si è basato sul rendimento reale della squadra, che mi ha spinto a cambiare ciò che secondo me, nell’alchimia di questa squadra, non funzionava. Inoltre ho sempre detto pure che avrei voluto qui giocatori motivati, e dopo un “effetto Vanoli”, di cui posso solo parlare bene perché sta lavorando moltissimo, siamo molto contenti del suo operato, grazie a questa garanzia che il tecnico ci sta dando abbiamo spinto per cambiare moltissime situazioni. Nel match contro il Sudtirol, tuttavia, ho visto cose che non mi sono piaciute: una serie di frustrazioni e altre cose che mi hanno indotto a cambiare strategia. Inoltre sottolineerei che Vanoli ci aveva chiesto un centrocampista centrale, e pure un braccetto di sinistra: noi  abbiamo preso due braccetti di sinistra, proprio per avere maggiori garanzie in questo ruolo”.
Il Presidente Le ha dato qualche indicazione in particolare, vista la piega che stava prendendo la stagione?
“Nel calcio, a volte, la maggiore spesa porta a vincere, ma non è una regola. Non è come in un’azienda, dove a fronte di un investimento ottieni il risultato. Il Presidente mi aveva chiesto di riequilibrare la rosa, non tanto dal punto di vista dei costi ma dal punto di vista dei giocatori su cui puntare. Quanto alle singole operazioni: Mikaelsson e Enem sono giocatori in cui crediamo tantissimo, li abbiamo dati in prestito per dare valorizzazioni in termini di minuti giocati. Sono investimenti e non smantellamenti. Su Wisniewski, eravamo tutti dispiaciuti, compreso il ragazzo, ma era la terza o quarta operazione più onerosa del mercato, un’opportunità ghiotta per il ragazzo. Lo Spezia alla fine ha venduto Kiwior all’Arsenal , quindi mi sembrava poco corretto non lasciarlo andare. Ma abbiamo investito in Ellertson in cui crediamo tantissimo. Non è stata una contropartita, ci mancava una mezzala mancina, perché era andato via Fiordilino.  Stesso discorso con Crnigoj, per noi giocatore importante ma che ha espresso la volontà di andare a giocare in serie A, e di fronte a questa occasione che s è creata voleva andare. La Salernitata ci ha riconosciuto un prestito oneroso, a fronte del quale abbiamo preso Milanese. Chiaramente oggi la classifica ci condiziona, e quando non hai la certezza della categoria è difficile operare, ed ecco perché abbiamo effettuato in entrata solo prestiti Poi c’è la questione Ceccaroni. E’ il nostro capitano, io ho avuto molte pressioni dagli agenti ma anche la volontà del ragazzo di giocare in serie A. Era pronto Zeegelaar, ma alla fine abbiamo preso in prestito Carboni e un ragazzo dalla Eredivisie. 
Il  mio comunque – ribadisce Antonelli – è un progetto tecnico che ho cercato di fare con raziocinio, cercando di fare le cose non tanto per, ma con un senso. Non volevo giocatori non motivati, senza cognizione del Venezia nel presente o nel futuro.
“Voglio parlare anche alla città e alla tifoseria – ha puntualizzato Antonelli – Ora iniziamo un nuovo campionato, con pochi giocatori della “vecchia guardia”, su cui crediamo fortemente. Quelli che sono arrivati a inizio anno dovranno dare qualcosa in più, e chi è arrivato adesso dovrà dare energia in questo gruppo. Del resto abbiamo ancora tutto da giocarci. 
Non credo nel dire “domenica sarà una finale”, ma credo nel lavoro quotidiano.
Lei così facendo ha messo forse un po’ in difficoltà il tecnico Vanoli, che ora dovrà lavorare con una squadra in gran parte rivoluzionata. 
“Sicuramente so di aver messo un po’ in difficoltà il mister, ma se mi sono spinto così è perché ho fiducia nel suo operato. Chiederei inoltre un ulteriore sforzo a città e tifoseria, perché non ho visto i nostri tifosi distaccati dalla squadra, anzi, ma gli chiedo di crederci e ricompattarci nel nostro obiettivo. Per arrivare al nostro risultato finale. Ho cercato di accelerare il percorso”.
Su Redan in particolare quanto scommette?
“Indubbiamente è stata fatta una scommessa su questo ragazzo, che è un 2001, acquistato dall’Herta Berlino, ma gli darei tempo, perché le maggiori aspettative le ho su elementi come Johnsen, Novakocich, Pohjanpalo e Pierini. Non ho trovato una ttaccante che ci potesse piacere più dei nostri. Vedo Pohjanpalo leader in avanti, Novakovich crescere, mi aspetto molto da Johnsen e Pierini, che facciano soprattutto un finale importante, perché questo, nelle corde, ce l’hanno. Guardo anche ai numeri, che ci sono. E su Cherishev: è un giocatore importante, che ha avuto qualche infortunio di troppo, ma ha fatto bene quando era in salute. Ne ho voluto tenere uno in più, perché ci stava, anche da Cheryshev mi aspetto qualcosa di importante. Mi aspetto comunque un  atteggiamento diverso da tutti.
Personalmente, non giudico per un rigore o un passaggio sbagliato, ma noto il piattume e le frustrazioni, che ci sono state”.
Secondo Lei, al di là di quello che poi deciderà il campo, la squadra si può essere potenzialmente rafforzata?
“La squadra è stata sicuramente rinforzata, sono arrivati ragazzi di valore e di prospettiva. Mister Vanoli dovrà lavorare duro, per i nuovi arrivi, ma per caratteristiche ad esempio prima avevamo solo un difensore centrale mancino, ora ne abbiamo due, prima avevamo solo Crnigoj come mezzala, ora abbiamo un play in più. E’ vero che gli abbiamo complicato la vita, come ho detto prima, ma abbiamo cercato di mettere giocatori più funzionali a quello che è il suo modo di intendere il calcio. Ho grande fiducia nel mister”.
Quindi Lei sta dicendo che sulla carta la squadra di prima era forte, ma poi di fatto non si era creata l’alchimia giusta per poter quantomeno salvarsi?
“Il Venezia è una delle squadre che ha vinto il campionato di serie A, dalla cadetteria, con uno dei budget più bassi. Io all’epoca ero al Monza. Le squadre hanno bisogno di un’alchimia e un’anima. Il Venezia aveva un’anima depressa. Nessuno ha detto che fossero cattivi giocatori. Ma di certo l’alchimia del gruppo andava cambiata”.
La cessione di Haps: era già in preventivo?
“L’espulsione nel corso dell’ultima gara ha avuto un peso relativo. si è fatto un discorso numerico, l’espulsione c’entra relativamente. Abbiamo Beghetto, Ciervo, Candela e Zampano, all’occorrenza Johnsen e Cheryshev, in quel ruolo. Poi voglio aggiungere che alcuni giocatori che sono arrivati qui in squadra già si conoscevano perché avevano giocato assieme”. 
Le è mancato un colpo in ingresso che avrebbe voluto prendere e non ci è riuscito? Idem per un colpo in uscita?
“No, perché a fronte di una cessione volevo avere un giocatore che mi piacesse di più. L’unico che mi sarebbe piaciuto, come a tutta l’area sportiva, è Arena del Gubbio, ma che il Gubbio non ha lasciato partire”.
Ha avuto richieste per Pohjanpalo?
“No, sinceramnte no, comunque lui stesso ha detto che non si sarebbe mosso. Magari Vanoli lo potrebbe fare capitano”.
Ha pagato sulla sua pelle una credibilità forse venuta un po’ meno rispetto al Venezia FC?
“La classifica, lo ripeto, chiaramente mi ha condizionato, ad andare a fare alcune operazioni, ma mi ha condizionato perché conosco i giocatori. Tutti quelli che sono venuti, è perché prima c’è stata un’accettazione dovuta alla motivazione, poi c’è stato il discorso economico”. 
Si era parlato di Busio: erano solo voci o davvero era vicino a lasciare il Venezia?
“Il Pisa aveva chiesto di fare scambio con Ionita, ma per me, con tutto il rispetto per il giocatore, crediamo fortemente in Busio, per noi non era un giocatore da cedere in prestito”.
Le altre squadre come le ha viste? Il Venezia ha ridotto il gap con le altre compagini, in altre parole?
“Sul valore della rosa del Venezia: per me è ottima, siamo migliorati per caratteristiche e insieme di squadra. Le altre squadre non hanno fatto tanti movimento quanto noi. La B è un campionato molto equilibrato. Mi auguro che possano venir fuori tutti i valori del Venezia da adesso fino alla fine della stagione”.
Quanti punti occorrono per diventare sestultimi?
“Più che altro bisogna perdere il meno possibile. Sarà una battaglia fino all’ultima giornata. Ma ci sono 16 partite, non 5 o 4, abbiamo 48 punti a disposizione. Sono tanti. Ho fiducia”.
Vincerà chi saprà sbagliare meno, chi sarà più equilibrato. Da questo punto di vista, mi piacerebbe che partisse un nuovo campionato per il Venezia, una squadra nuova. Sono convinto che il pubblico ci darà una mano”.