Tra le aziende del trevigiano si moltiplicano i casi di chiusure dovute al caro energia e molti imprenditori stanno valutando di abbassare le saracinesche o di ricorrere alla cassa integrazione. “Servono interventi immediati” interviene Oscar Bernardi, presidente Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, proponendo misure d’intervento. “Azzeramento degli oneri generali di sistema e proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore. Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas e va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti per non aggravare la situazione del bilancio pubblico, e serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale. Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, per incrementare l’autoproduzione e va ultimata tutta la normativa per la creazione delle Comunità Energetiche. Oltre a intervenire sulla tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, è necessario svincolare la determinazione dei prezzi dell’energia da quelli del gas” .

La situazione è ormai insostenibile” sottolinea Bernardi, “Tra le nostre aziende si moltiplicano i casi di chiusure dovute al caro energia e molti imprenditori stanno valutando di abbassare le saracinesche o di ricorrere alla cassa integrazione. Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti – continua Bernardi – Da settembre 2021 ad oggi le micro e piccole imprese hanno pagato per l’energia elettrica 21,1 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Una batosta senza precedenti che rischia di ingigantirsi ulteriormente: se nei prossimi quattro mesi i prezzi dell’elettricità non diminuiranno, i maggiori costi per i piccoli imprenditori saliranno nel 2022 a 42,2 miliardi in più rispetto al 2021. Abbiamo calcolato l’impatto sulle MPI della crisi energetica e dell’impennata dei prezzi del gas: gli aumenti del prezzo dell’energia per le piccole aziende con consumi fino a 2000 MWh si traducono in un maggiore costo, tra settembre 2021 e agosto 2022, di 21,1 miliardi di euro rispetto ai dodici mesi precedenti di cui 2.1 miliardi spesi dagli imprenditori veneti, pari al 5,4% del valore aggiunto creato dalle MPI.. Il Veneto 2° regione più penalizzata dietro alla sola Lombardia”.