La notizia è di pochi giorni fa, ma sembra uscita da uno di quei vecchi film di cappa e spada picareschi tanto cari in Italia negli anni ’70 (basti pensare al Paolo Villaggio che in “Superfantozzi” torna dalle crociate perdendo la chiave della cintura di castità o alla canzone di Fabrizio De André “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers” nel verso “chi poi impone alla sposa soave di castità la cintura ahimè grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave”. Accade infatti che una signora di mezza età disperata e afflitta si sia rivolta ai pompieri per forzare la chiave che chiudeva la cintura di sicurezza. La cosa straordinaria è che non è accaduto tra l’XI e il XIII  secolo ma nel 2016. Tra stupore e imbarazzo i pompieri hanno sbloccato il lucchetto e liberata la malcapitata padovana.

“Buongiorno, ho perso le chiavi di un lucchetto e non riesco più ad aprirlo”. Una richiesta fatta al comando dei vigili del fuoco, apparentemente simile alle tante altre che quotidianamente ricevono gli uomini della centrale di via San Fidenzio, a Padova, che, subito, hanno pensato di dover intervenire per sbloccare la porta di una casa. Ma  questa volta il personale del 115 si è trovato di fronte a una situazione imbarazzante. Quando infatti hanno chiesto alla signora il suo indirizzo  credendo di dover, appunto, aprire un portone o un cancello, questa si è alzata il maglione e ha mostrato a tutti di quale lucchetto stesse parlando: quello della cintura di castità.

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La donna, infatti, dopo aver messo il particolare indumento (e chissà da quanto tempo lo teneva addosso), aveva perso la chiave. Disperata, dopo chissà quanti tentativi di aprire il lucchetto da sola e dopo chissà quante ricerche di quella maledetta chiave, ha pensato che l’unica soluzione fosse quella di andare al comando e chiedere aiuto ai pompieri. Tra lo stupore, i sorrisi trattenuti, e l’imbarazzo di fronte a una situazione surreale, ma sempre mantenendo la professionalità che li contraddistingue, i vigili del fuoco in qualche manovra hanno aperto il lucchetto della cintura, da cui spuntava anche una catenella, ponendo finalmente fine al dramma della signora. Si trattava di un lucchetto di ferro, lo stesso materiale della cintura, che teneva unita una banda in vita con una fascia pubica che andava a coprire la zona dei genitali in modo da renderli inaccessibili. Ovviamente, dopo aver liberato la signora, la prima cosa che hanno fatto i vigili del fuoco è stata quella di accertarsi che la donna non fosse stata vittima di qualche violenza, che nessuno l’avesse costretta a indossare quell’indumento di contenzione e che non fosse stata costretta a qualche pericoloso gioco erotico. Ma non è risultato nulla di tutto questo.

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La signora ha spiegato che indossare la cintura di castità era stata una sua idea, una soluzione che di fatto le impedisse di avere rapporti sessuali. I vigili del fuoco dunque, con la sensibilità di chi si trova di fronte a una donna visibilmente imbarazzata per un inconveniente piuttosto intimo, non hanno fatto altro che aprire il lucchetto e appurare che non ci fosse alcun elemento che collegasse il fatto a una qualche violenza fisica o psicologica. Su come sia venuto in mente alla signora di indossare l’inusuale indumento, forse hanno preferito glissare anche loro. Di certo, dopo, tra le mura della centrale, le risate non devono essere mancate.

Gian Nicola Pittalis

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