soldi bruciati (immagine di archivio)
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I test eseguiti dalla BCE per valutare la solidità di una banca sono davvero affidabili? [s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

La Banca Centrale Europea nell’eseguire i suoi test sul grado di affidabilità di un istituto bancario ipotizza degli scenari avversi impostando un valore limite per l’indice patrimoniale CET1 ratio, sotto il quale non bisogna andare. Questo indice tiene conto del capitale ordinario (azioni ordinarie più riserve) rapportato alle attività della banca in esame (i prestiti concessi) ponderate per un fattore di rischio.

In caso di una nuova forte recessione, applicando le regole della FED (la banca centrale degli USA) l’istituto tedesco ZEW ha calcolato per Deutsche Bank una ricapitalizzazione necessaria pari a 19 miliardi di euro, una cifra superiore di due miliardi all’attuale valore borsistico dell’istituto e molto complicata da rastrellare in un momento in cui i mercati guardano con diffidenza alle aziende del credito.

Il metodo applicato dalla FED per valutare la solidità delle banche è il leverage ratio, che considera il valore totale di tutti i prestiti realizzati da una banca, mentre il CET1 ratio pondera i crediti in funzione del rischio.

Nel valutare il grado di solidità di un istituto finanziario, a livello europeo non vengono considerati importanti fattori quali l’effetto dei tassi di interesse negativi applicati per decisione di Mario Draghi sulle riserve detenute presso la banca centrale, nonché l’esposizione agli strumenti finanziari derivati (si stima che Deutsche Bank sia esposta ai derivati per un valore lordo pari a 55 mila miliardi di euro).

Non è la sola Deutsche a uscire con le ossa rotte dopo essere passata sotto la lente dello ZEW. Sono state infatti 51 le banche europee esaminate. E il risultato è choccante: il fabbisogno di risorse fresche è di 123 miliardi, con i casi più problematici rappresentati, oltre che da Deutsche, dalle francesi Société Générale (13 miliardi) e Bnp Paribas (10 miliardi), la cui capitalizzazione di Borsa è, però, superiore al potenziale buco. Alla faccia della virtù dei tedeschi.

Ma la crisi bancaria esiste solo in Italia? Cosa accade negli altri paesi europei?

Abbiamo appena visto sopra che la situazione non è affatto così e che applicando i più rigorosi parametri della FED le banche più in crisi sono quelle tedesche e francesi. Per quanto riguarda l’intervento con fondi pubblici per la ricapitalizzazione delle banche in difficoltà, l’Italia dal 2008 al 2014 ha speso “solo” 4 miliardi di euro (ai quali occorre aggiungere i 20 miliardi del più recente decreto “salva banche”) contro i 238 miliardi spesi nello stesso periodo dalla Germania (vedi infografica).

 

infografica europa

(Scheda a cura di Marco Cavedon, ME-MMT Veneto)

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