Può una partita di basket costituire casus belli per una polemica a sfondo ambientale? E può un evento rinviato a data da destinarsi provocare comunque una reazione spropositata di un gruppo estremista? La risposta è indubbiamente positiva, almeno osservando stamattina l’esterno del Palaverde, tappezzato di manifesti firmati “Centopercentoanimalisti”.

Il movimento integralista ha colto l’occasione dell’annunciata (poi però rinviata) partita tra De’ Longhi Treviso e Aquila Trento per affiggere un po’ ovunque all’esterno dell’arena sportiva dei cartelloni il cui contenuto è inequivocabile. Per gli animalisti, non nuovi a provocazioni e blitz a titolo di contestazione, la provincia autonoma di Trento è colpevole di agevolare e promuovere la caccia: a dimostrazione, le foto degli orsi Danica, KJ2 e M49 uccisi dopo però che gli stessi plantigradi avevano causato grossi danni agli allevatori della zona.

Il pretesto della protesta notturna è legato sia al club trentino in quanto espressione di un territorio quanto al supporto anche finanziario che la stessa Aquila Basket riceve dalla provincia autonoma tramite sponsorizzazioni. Tutto logico meno che la tempistica: da giorni era nota la chiusura dell’impianto alle partite sia di Treviso Basket che di Imoco Volley a causa dell’ordinanza relativa all’epidemia di coronavirus. Lo stesso match tra biancocelesti e bianconeri, inizialmente programmato come posticipo serale di domani con la diretta di RaiSport è stato rinviato a data da destinarsi. Quindi, perché imbrattare muri e vetrine per un evento ancora non calendarizzato? Mistero. Restano, anche se per poche ore, solo i manifesti oltre al disappunto degli incaricati che dovranno rimuoverli.