Primi bilanci dopo la fine della vendemmia. Ad essere colpito, a causa del maltempo, il settore di produzione del prosecco. Prima le gelate che hanno distrutto le gemme, poi la siccità e infine le grandinate e le piogge torrenziali, tutti fenomeni che hanno creato gravi danni all’oro della Marca trevigiana.

Il calo della produzione della vendemmia 2017 ha fatto schizzare i prezzi dell’uva destinata alla produzione del Doc, che alla borsa merci di Treviso – è salita paurosamente oltre i 2 euro al chilo. Vinificatori in crisi, tra l’incudine e il martello. Non possono aumentare il prezzo della bottiglia al consumatore finale in quanto i contratti sono già stati firmati nei mesi scorsi, ma devono pagare di più i fornitori della materia prima. Un equilibrio delicato che impone scelte responsabili. E un invito agli operatori del settore a comportamenti responsabili per garantire un futuro alla denominazione del Prosecco. Se i prezzi si alzano troppo, il rischio è che il mercato giri le spalle alle bollicine trevigiane.

Qualcuno sostiene che avrebbe dovuto esserci un accordo di filiera a monte, vista la situazione, e che avrebbe comportato margini ridotti quest’anno, ma garantendo la sostenibilità del prosecco sui mercati. Ma alcuni produttori hanno ricaricato il costo dell’uva. Quello che non sarebbe dovuto succedere si è verificato ieri, con l’impennata del valore dell’uva: la Doc ha avuto un picco fino a 2,10 euro (la Docg Asolo si attesta sui 2,35-2,45, la Docg Conegliano Valdobbiadene sui 2,75-2,95). Un record impensabile fino a pochissimo tempo fa (di fatto si tratta di una quotazione raddoppiata rispetto al 2015, quadruplicata rispetto al 2008).

La domanda di prodotto c’è, bisogna solo stare attenti a non andare fuori mercato, attestandosi su un prezzo congruo, sostengono da Confagricoltura. Ora l’urgenza è di bloccare la corsa al rialzo per garantire quella stabilità dei prezzi che il mercato internazionale richiede. E l’unica soluzione a disposizione nell’immediato è l’accordo di filiera. Lo stesso governatore Zaia, nel recente passato, era intervenuto per chiedere prezzi certi e stabili. Il rischio è che prima o poi l’aumento del prezzo dell’uva porti a un aumento anche del costo della bottiglia. E a quel punto, i grandi buyer cominceranno a comprare il Cava al posto del prosecco.