Sta facendo scalpore in queste ore il progetto appena presentato dalla Setten, che vuol trasformare l’area dell’ex fabbrica Metalcrom in un nuovo centro commerciale.
C’è chi la ritiene un’opportunità per riqualificare l’ormai abbandonata zona della vecchia azienda a Dosson di Casier (tra Via Terraglio e Via Pindemonte); e c’è chi invece si oppone fermamente, come il presidente di Ascom-Confcommercio Renato Salvadori oppure il noto comitato Prima i Trevigiani. Queste le dichiarazioni di Davide Visentin, portavoce ufficiale del Comitato.

“Apprendiamo dalla cronaca locale che il complesso ex Metalcrom a Casier vuole essere riqualificato nell’ennesimo centro commerciale della provincia trevigiana. Non intendiamo fare propaganda spicciola contro i centri commerciali in quanto tali, ma costruiamo le ragioni del nostro no attorno ai complessi che esistono e che riteniamo già eccessivamente numerosi, lasciando pressoché nullo spazio ai piccoli commercianti.

Negli ultimi anni la politica industriale italiana è stata praticamente assente. Non c’è stata una programmazione di sostegno, valorizzazione e rilancio dell’economia reale, del lavoro, delle aziende e delle botteghe. In questa situazione sono così dilagati i centri commerciali, finti indici di solidità economica.

Quello che serve all’Italia secondo noi è una politica economica che guardi al futuro del nostro Paese, con politiche di sgravi fiscali per le piccole e medie imprese, aiuti alle nuove aziende, ripartenza della produzione pesante, dazi ai beni non indispensabili importati soprattutto dai paesi asiatici, una nuova carta del lavoro per ridare dignità ai lavoratori e politiche sulla maternità per le donne lavoratrici. Ma tutto questo deve essere voluto e fatto dal governo italiano, che sembra non sentirci da questo orecchio.

Veniamo nello specifico di questo nuovo centro commerciale, noi siamo sicuri che Treviso non abbia bisogno di questo nuovo centro, né tantomeno che abbia bisogno di ingorgare ulteriormente il traffico in una zona già propensa a intasamenti.

Gli esempi recenti, come il centro Willorba, devono fare da monito a come la costruzione continua di questi complessi commerciali non sia la soluzione per sfruttare i locali in disuso, anche perché molti di questi centri già esistenti presentano numerosi metri quadri non utilizzati, dimostrando questo come il problema non venga risolto.

Speriamo quindi che la politica locale si adoperi per trovare nuove idee per riqualificare il complesso industriale, ascoltando proposte dal mondo industriale e commerciale locale, in modo da avere un ventaglio di proposte più ampio di quello che a oggi viene presentato e che la soluzione sia virtuosa per i commercianti e non l’ennesima pugnalata.”