Covid-19, la CNA: «La chiusura delle attività produttive è un errore nei contenuti e nel metodo, ma la colpa non è (solo) del Governo»

Resta fondamentale l’adeguamento delle strutture sanitarie (che in questi mesi non è stato fatto), attingendo velocemente al MES, e l’utilizzo di sistemi efficaci di contact-tracing

 «Per tenere sotto controllo il diffondersi dei contagi serve un sistema di tracciamento degli asintomatici tramite l’effettuazione a tappeto dei tamponi, serve far funzionare il contact tracing (app Immuni) e renderlo obbligatorio per l’accesso ai luoghi pubblici. La chiusura delle attività economiche non è sostenibile né per il nostro territorio né per l’intero Paese».

Di fronte al nuovo DPCM di domenica con le chiusure di alcune categorie di attività, Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso, ripropone la ricetta della CNA espressa nei giorni scorsi, quando a più riprese l’Associazione degli Artigiani di Treviso ha detto no a nuovi lockdown semi-integrali o integrali.

«Mentre in questi mesi guidavamo le aziende a mettersi in regola con i protocolli per la sicurezza, chiedendo loro impegno e rigore per poter lavorare, assistevamo ad un dibattito ideologico e surreale sui fondi del MES che andavano presi subito per aiutare la Sanità del nostro Paese a riorganizzarsi e far fronte alla prevedibile seconda ondata – rincara Panazzolo -. Ora assistiamo a un altrettanto vergognoso scarica-barile delle Regioni, che hanno la titolarità della gestione della sanità, sul Governo, quando sono state le prime a chiedere di sospendere il tracciamento degli asintomatici e mi riferisco in particolare alla nostra».

In sostanza, per la CNA è gravissimo che si siano persi mesi utili per questioni politico-elettorali e che ora a pagare siano i soliti noti: gli imprenditori, artigiani o commercianti, ma anche tutto il comparto culturale, essenziale per la vita di un territorio e del Paese, che viene nuovamente duramente colpito.    

«Ci sono tre valori in gioco in questa grave pandemia – continua il direttore di CNA territoriale Treviso -: la salute, l’economia e la privacy. Si stanno salvaguardando la salute e la privacy ma a danno dell’economia. Vogliamo portare la gente alla fame? Bisogna continuare a vivere e lavorare gestendo il virus. Come? Guardando a modelli di contenimento del contagio che nel mondo si sono rivelati efficaci, anche grazie alla tecnologia, in particolare a quello della Corea del Sud. Purtroppo si sono persi mesi preziosi che potevano essere investiti nella riorganizzazione dei sistemi sanitari, competenza delle Regioni: non basta avere più letti nelle terapie intensive, serve mettere in grado il sistema di far fronte all’incremento della richiesta di tamponi e a organizzare un sistema di tracciamento efficace e capillare. Questi gravi ritardi si stanno scaricando sul mondo produttivo, a cui viene chiesto un ulteriore intollerabile sacrificio».

Per la CNA, infine, inoltre è molto diseducativo quello che sta succedendo: chiedere alle imprese, ai lavoratori e ai cittadini di mettersi in regola e poi, nonostante abbiano fatto bene, punirli con la chiusura della loro attività alimenta la sfiducia nello Stato e nelle istituzioni e premia i furbi, che sono trattati allo stesso modo degli onesti.