E’ un bilancio in chiaroscuro quello per gli agriturismi di Coldiretti Veneto: gettonata la ristorazione, in sofferenza l’alloggio, doppinturni in malghe e rifugi. L’estate post Covid 19 sarà ricordata per gli sforzi economici e creativi messi in campo dagli operatori agricoli prima, durante e dopo l’emergenza sanitaria. A dirlo e’ Diego Scaramuzza presidente nazionale e regionale di Terranostra proprio allo scadere delle vacanze estive per quasi tre italiani su quattro (73%) che hanno scelto di andare in vacanza anche se non mancano quanti sono in partenza a settembre. Pienone con doppi turni di lavoro sulle Dolomiti dove i più sportivi hanno trovato occasioni di escursioni e soggiorni. Bene la ristorazione sui Colli Euganei e Berici, sulle Prealpi trevigiane e lungo il litorale veneziano. L’assenza degli stranieri ha pesato nel veronese con agricampeggi comunque disponibili per i camperisti nostrani.
Le attrazioni naturalistiche del Parco del Delta hanno assicurato lo spettacolo di fenicotteri rosa a ciclisti e famiglie in relax, serviti nelle soste attrezzate con spuntini e merende a kmzero. La stagione caratterizzata dal turismo mordi e fuggi conferma che 21,1 milioni di italiani – dice Coldiretti – hanno deciso di concedersi almeno un giorno di vacanza fuori casa nel mese di agosto con un calo dell’11% rispetto allo scorso anno a causa del coronavirus. Con la pandemia quest’anno si è rafforzata l’abitudine tutta ‘made in Italy’ di concentrare le partenze ad agosto che è stato di gran lunga il più scelto ma anche quello che ha fatto segnare il calo minore delle presenze nazionali dopo il crollo del 54% a giugno e del 23% a luglio.
Il timore del virus e la volontà di attendere un miglioramento della situazione ha portato, infatti, molti turisti a rimandare il più possibile la partenza. L’Italia quest’anno è di gran lunga la destinazione preferita che – continua la Coldiretti – è scelta come meta dal 93% rispetto all’86% dello scorso anno. Un incremento significativo che non compensa tuttavia un mese di agosto praticamente senza gli 8 milioni di viaggiatori stranieri in Italia che lo scorso anno secondo elaborazioni Coldiretti su dati Bankitalia avevano pernottato Italia, a causa dalle preoccupazioni crescenti e dei vincoli alle frontiere resi necessari per affrontate l’emergenza coronavirus. L’assenza di stranieri in vacanza in Italia pesa soprattutto sulle città d’arte che risentono più notevolmente della loro mancanza ma – sottolinea la Coldiretti – gli stranieri prestano anche particolare attenzione alla qualità dell’alimentazione per la quale destinano una quota elevata della spesa durante la vacanza.
Se la spiaggia – spiega Coldiretti – resta la meta preferita, tiene il turismo in montagna e quello di prossimità con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane, in alternativa alle destinazioni turistiche più battute, mentre crollano le presenze nelle città. Tra gli svaghi preferiti accanto ad arte, tradizione, relax e puro divertimento, la ricerca del cibo e il vino locali è diventata il vero valore aggiunto delle vacanze Made in Italy nel 2020 con circa 1/3 del budget destinato proprio all’alimentazione per consumi al ristorante o per l’acquisto di souvenir, secondo la Coldiretti.
La maggioranza degli italiani per le vacanze – continua la Coldiretti – ha scelto di riaprire le seconde case di proprietà, o di alloggiare in quelle di parenti e amici o in affitto, ma nella classifica delle preferenze ci sono nell’ordine anche campeggi con i camper molto gettonati mentre sono in sofferenza gli alberghi. Anche in vista di settembre, segnali positivi nonostante le difficoltà ci sono sicuramente – precisa la Coldiretti – per le oltre 24 mila aziende agrituristiche italiane che, spesso situate in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto, sono forse i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza secondo Terranostra e Campagna Amica.