Venerdì 15 marzo all’Auditorium della Provincia lo spettacolo teatrale “Grano Nero”

 

Grano Nero è la storia di Alice, una bambina abbandonata dalla madre nel manicomio Sant’Artemio di Treviso all’età di soli dieci anni, di Katrin, una psichiatra desiderosa di diventare madre, e di Ottavio Mastrelli, direttore della struttura. 

La storia dei tre personaggi, ambientata in un pezzo importante della città di Treviso, l’ex manicomio di Sant’Artemio, è frutto della penna di Paola Migliacci, scrittrice romana che con il romanzo “Grano Nero”, Another Coffee Stories Editore, è risultata finalista al Premio Campiello Opera Prima.

Il romanzo è stato poi trasformato in uno spettacolo teatrale che vedrà la Prima proprio al Sant’Artemio, il 15 marzo, alle 20.00, grazie alla collaborazione tra Another Coffe Vision, Mario Congiusti e Anna Giada Altomare, il regista Antonio Nardelli  e tutta la compagnia TeensPark – Teatro folli Idee. 

Il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi, entusiasta lettore del libro, ha voluto presentare oggi, a Villa Carisi, l’evento di venerdì, organizzato dall’associazione Oltre le barriere in collaborazione, tra gli altri, con Ulss 2. Presenti alla conferenza Roberto Rigoli, direttore dei servizi socio sanitari, Carola Tozzini, direttrice del Dipartimento di Salute Mentale, l’avvocato Federico Vianelli, presidente della Camera Penale Trevigiana “Guido Sorbara”, e di Marzia Zorzetto, presidente di Oltre le barriere.

“Oggi, nel centenario della nascita di Basaglia, il quale sosteneva che la libertà è terapeutica, parliamo di una pièce teatrale tratta da un bellissimo libro, “Grano Nero”, scritto da Paola Migliacci – ha spiegato il direttore generale, Francesco Benazzi -. L’autrice ha seguito con studi approfonditi il mondo dei manicomi, la complessità della salute mentale e dei trattamenti che purtroppo venivano effettuati all’interno delle strutture. Tra i manicomi provinciali, allora si chiamavano così in Italia, spicca il sant’Artemio e nel libro si parla della storia di una famiglia trevigiana dal 1928 al 1994, i Dal Zotto, e di una bambina, Alice, internata perché affetta da pellagra: è bene ricordare che le persone che venivano rinchiuse nei manicomi in passato non erano solamente coloro che erano affetti da malattia mentale, ma vi venivano internati i senzatetto, i tossicomani, i dementi, i paralitici, gli sbandati, gli oppositori politici. Nessuno degli internati, che andavano capiti e valorizzati come persone, possedeva nulla, nemmeno il proprio corpo che era alla mercé di tutto e di tutti. La gran parte dei reclusi non erano pazzi ma persone da comprendere e amare.”

“Grano Nero – conclude Benazzi – è una storia ricca di emozioni e di sentimenti tra rapporti disumani e amore all’interno del manicomio. Nel libro è riportato un reale spaccato di quello che succedeva dentro queste strutture: invito tutti, quindi, a vedere lo spettacolo teatrale, il 15 marzo al sant’Artemio, per non dimenticare. Un evento molto importante, che consente di guardare al passato per capire il presente e motivare il futuro”.

I biglietti per “Grano Nero” saranno acquistabili presso l’Auditorium Sant’Artemio la sera dell’evento.