Come rivelato dalla stampa veneta già a marzo, fra gli azionisti privilegiati di Veneto Banca – un circolo ristretto di persone che sarebbero state avvisate anzitempo prima del collasso delle azioni e alle quali sarebbe stato permesso di vendere i propri titoli in tempo con un lauto guadagno – ci sarebbe il giornalista, autore e conduttore di Porta a Porta Bruno Vespa. Jacopo Berti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale veneto, attacca: «Sì, Vespa sembra esser riuscito a vendere senza problemi le sue azioni di Veneto Banca, incassando gli 8 milioni di euro del loro valore». Ma Berti non si ferma qui. «Allora, caro Vespa, visto che da giornalista faresti altrettanto, ci comprenderai se ti chiediamo spiegazioni. Come facevi a sapere, chi ti ha informato, perché tu hai potuto vendere ed altri azionisti no, chi altro è stato informato? Tale mancanza di trasparenza non si addice ad un giornalista del tuo calibro e questa vicenda odora di massoneria. I vip vengono salvati, i comuni cittadini lasciati morire di fame. Abbiamo annunciato che il 19 dicembre saremo all’assemblea dei soci di Veneto Banca per chiedere di vedere il libro soci e far luce su questi nomi. Chi sono i prescelti, chi forma la “Loggia di Veneto Banca”? Fuori i nomi!». Difficile che Veneto Banca dia accesso ai nominativi di quello che, almeno per ora, è un libro che non esiste. Di certo si aspetta la replica del giornalista e dei vertici societari che hanno sempre dichiarato di non aver mai fatto favoritismi tra azionisti e sempre preso le distanze da logge e lobby.

Gian Nicola Pittalis

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