Negli ultimi giorni, la nostra redazione è rimasta in contatto diretto e personale con Elena e Marco Azzalini, i genitori di Francesco, mancato lo scorso giovedì 23 febbraio.
Elena e Marco ci hanno voluto mandare una lettera, che riceviamo e pubblichiamo volentieri qui di seguito:

“La vera storia di Francesco.”

“In questi giorni di profondo dolore, durante i quali l’unico desiderio era mantenere con noi viva e presente l’anima di nostro figlio Francesco, abbiamo dovuto fare i conti con l’ignobile e nauseante spettacolarizzazione della sua morte in nome di un diritto di cronaca che poco ha a che fare con quello inteso dai veri giornalisti, ma sa più di morboso voyeurismo.

Impossibile replicare a quei collage malfatti di informazioni raffazzonate dalla Rete perché questi pseudo-giornalisti, come bulletti arroganti attaccano alle spalle e poi si nascondono dietro pagine Web prive di possibilità di replica.

Dio ha voluto che capitasse per caso questa occasione di rettificare e della quale ringraziamo.

Francesco era un giovane uomo di 20 anni e non di 21 come hanno scritto tutti.

Il 3 Febbraio del 2021, all’età di 18 anni, mentre frequentava il quinto anno al Liceo Rosselli, gli era stato diagnosticato un Linfoma Non Hogkin (non una leucemia) e per la precisione un Linfoma linfoblastico a cellule T con migrazione in B (una malattia rara che conta 4 casi in Europa all’anno).

Amava il motociclismo e dall’età di otto anni correva in minimoto ogni volta che gli impegni di studio glielo permettevano, ottenendo discreti risultati, ma nei vari e frettolosi articoli i successi che gli vengono attribuiti sono di un suo carissimo amico che talvolta viene persino indicato come suo fratello.

Francesco non suonava in una band rock, anche se si dilettava con la chitarra, né era amante di Kurosawa e tanto meno di Sergio Leone. Amava invece disegnare ed era appassionato degli anime di Miyazaki. Adorava anche i manga, specie The Legend of Zelda e gestiva, sotto pseudonimo, un canale youtube sul tema.

Scriveva su Wattpad, dove le sue storie erano sempre apprezzate.

Creare video ed animazioni era l’altra sua grande passione, tanto che, una volta guarito aveva iniziato un master in Computer Graphics ed effetti speciali per il cinema in una nota Academy trevigiana.

Quando si era ammalato, solo pochissimi compagni gli erano rimasti accanto, aiutandolo in un momento che era impegnativo anche per loro: l’anno dell’esame di Stato.

Di questo aiuto Francesco è sempre stato grato perché aveva capito che quando stai male la gente tende ad evitarti con la scusa di “non voler disturbare”.

Francesco aveva affrontato le terapie con il suo immancabile sorriso ironico, sempre certo di poter guarire e tornare alla sua vita. Dopo un periodo sereno la malattia era tornata a maggio 2022 più aggressiva di prima, costringendolo ad un nuovo ciclo di chemio ad alta intensità. Alla dottoressa che gli aveva detto “Perderai nuovamente i capelli” aveva risposto sorridendo “Va be’, tanto, ricci non mi piacevano”.

Per le conseguenze di questa terapia dovette affrontare 70 giorni di ricovero, durante i quali arrivò vicino alla morte per ben due volte. Tali conseguenze lo lasciarono fortemente debilitato nel corpo ma non intaccarono il suo spirito battagliero.

Una volta dimesso, a fine agosto, si era impegnato al massimo per ritornare a camminare e poter salire nuovamente in sella alla sua amata moto. A novembre una nuova prova: improvvisamente perse la vista per alcune settimane e si sottopose con successo ad un nuovo ciclo intenso di cura proprio in tempo per festeggiare serenamente il Natale in famiglia.

Solo dopo poche settimane di pace la malattia lo attaccò nuovamente paralizzandogli mezzo viso. I medici ci dissero a questo punto che la malattia era fuori controllo e nulla era più possibile, cosa che lui non seppe mai.

La situazione precipitò la mattina del 23 febbraioquando spirò tra le nostre braccia. Questa è la sua storia.

Francesco ci ha insegnato a non mollare mai, con lui abbiamo imparato la bellezza delle piccole cose, dei momenti di pace tra una ricaduta e l’altra e a godere di ogni attimo presente senza aspettarsi nulla dal futuro.”