L'arresto del
L'arresto del "Mummia" al Parco Albanese nel 2019

Nel primo pomeriggio di oggi, 22 gennaio 2021, personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Venezia ha tratto in arresto, in quanto colpito da ordine di esecuzione per la carcerazione che è stato emesso dalla Procura della Repubblica di Venezia in data odierna, un uomo di 36 anni, originario della Sierra Leone, meglio conosciuto come “Il Mummia”.
Il provvedimento dispone la carcerazione del condannato per l’espiazione della pena pari ad 1 anno, 10 mesi e 27giorni.
I fatti posti alla base dell’atto giudiziario riguardano svariati comportamenti delittuosi commessi principalmente a Mestre nell’arco temporale compreso tra lo scorso giugno e agosto.
Si tratta in particolare di svariati episodi di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali
aggravate, danneggiamento aggravato, percosse e furti.
Particolare allarme, inoltre, aveva suscitato la “seriale” reiterazione, da parte di D.M., dell’atto di sputare in viso alle donne che egli incrociava per strada: atti che inducevano in alcune vittime uno stato di paura e angoscia accompagnato dalla consapevolezza della assoluta crudeltà del gesto, reso ancora più grave dal periodo di emergenza sanitaria da Covid – 19.
Recentemente l’uomo era stato accompagnato presso il CPR di Macomer da cui però non era stato possibile espellerlo per mancanza di accordi con il paese di provenienza. Negli ultimi giorni si era avuta notizia del suo avvenuto ritorno in provincia di Venezia.
L’arresto nasce da una sinergica collaborazione attuata tra l’attività della Procura della Repubblica di Venezia e quella degli uffici della Questura direttamente interessati.
Tra questi la Divisione Anticrimine ha ricostruito minuziosamente la sequenza degli atti e dei comportamenti delittuosi del soggetto giungendo a definire un giudizio di pericolosità sociale.
Analogamente l’ufficio immigrazione ha operato al fine di esplorare tutte le possibilità volte a definire la posizione dell’uomo sul territorio nazionale nel contesto degli accordi internazionali attualmente in vigore.
Una puntuale opera di monitoraggio e ricostruzione investigativa dei diversi atti delittuosi e la loro piena riconducibilità all’uomo è stata operata dalle Volanti della Questura che sono intervenute su tutti i danneggiamenti e le segnalazioni che pervenivano alla Sala Operativa a mezzo del servizio “113”.
Dette circostanze, analizzate d’intesa e in raccordo con la Divisione Anticrimine hanno condotto all’emissione del provvedimento di carcerazione da parte dell’Autorità giudiziaria.
La sinergia tra gli uffici della Procura e della Questura di Venezia avviata nel pieno rispetto dei ruoli e delle funzioni ha consentito il raggiungimento di un risultato importante anche in termini di sicurezza e pubblica incolumità.