Il cinema tedesco sa regalare perle e questo film è una delle molteplici conferme. Passato completamente in sordina nella sale italiane questo piccolo gioiello trova il giusto riscatto nella versione home, che forse gli si addice di più date le atmosfere intime che riesce ad evocare. La trama è presto detta, vengono seguite le vicende di un giovane berlinese per un giorno intero, dal suo risveglio a quello successivo tra mille inconveniente di un giorno storto con la “S” maiuscola. Il protagonista perde in continuazione, in ogni incontro e in ogni scontro, da quello con il padre a quello con la ragazza che bullava ai tempi della scuola, dall’ex (?) ragazza al funzionario che deve decidere se riconsegnargli la patente o meno. Apparentemente senza arte né parte scivola per le strade e per i quartieri di Berlino che più che costituire un reticolo urbano sembrano rappresentare il labirinto della vita in cui non trova soluzioni. Eppure il lungometraggio procede leggero rispettando i e sfruttando al meglio i tempi comici e le situazioni più equivoche. Completano il quadro un’ottima fotografia (rigorosamente in bianco e nero) ed una colonna sonora jazzata come a dire che del miglior Woody Allen e Jim Jarmusch si è imparata la lezione.