Sono 3 i ricorsi al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Veneto presentati dai privati contro la decisione della giunta di Casale sul Sile di archiviare definitivamente il Piano Urbanistico Attuativo (PUA) relativo al polo logistico nell’area industriale Casale Est. Un piano riguardante l’area da 500.000 mq situata tra il Passante, vicolo Cristoforo Colombo e via Abbate Tommaso. Un progetto che prevedeva la realizzazione di un grande polo industriale per la logistica, con tre grandi capannoni ed aree direzionali.
Dopo aver più volte sollecitato i soggetti coinvolti (ovvero i proprietari dei diversi lotti componenti l’area e i soggetti aventi la disponibilità delle stesse) affinché fornissero tutta la documentazione richiesta e sottoscrivessero l’accordo sul progetto, constatando che, nonostante le promesse più volte manifestate, l’intesa tra tali soggetti purtroppo non era stata raggiunta, la giunta di Casale sul Sile guidata dal sindaco Stefania Golisciani ad aprile 2024 ha deliberato l’improcedibilità di tale progetto (presentato in questa forma nel lontano 2017).
Alcune delle società coinvolte nel PUA hanno deciso nei giorni scorsi di presentare ricorso al TAR contro lo stop al progetto. La giunta di Casale sul Sile ha deciso di resistere e di dare mandato all’Avv. Antonio Pavan di Treviso, per essere rappresentata in giudizio.
“I ricorsi presentati da alcuni dei proponenti del PUA ci hanno sorpreso, soprattutto per i termini con cui sono formulati – spiega il sindaco, Stefania Golisciani – in quanto gli adempimenti richiesti a carico dei proponenti nella delibera di adozione del PUA da parte del Comune erano non solo ben noti a tutti fin dall’inizio ma concordati. La posizione del Comune non è mutata nel corso degli anni ed è sempre stata chiara: favorevoli al progetto, a due condizioni imprescindibili. Che lo stesso vedesse l’assenso di tutti i soggetti coinvolti. In secondo luogo, la disponibilità da parte dei proponenti di tutte le aree interessate dal PUA. Condizioni che il Comune aveva, ripetesi, posto fin dall’inizio e che i privati interessati avevano condiviso e su cui si erano impegnati ad adempiere in tutte le interlocuzioni avute con loro, anche nell’ultimo periodo. Due condizioni che però non si sono concretizzate, costringendo la giunta a dichiarare l’improcedibilità. Ora nei testi dei ricorsi le società ricorrenti tentano di imputare all’amministrazione la responsabilità del naufragio del loro progetto imprenditoriale quando, addirittura, una parte importante dell’area rientrante nel perimetro del Parco tematico risulta pignorata, con la prossima asta fissata per il 18 settembre 2024. Cercano di addossare al Comune la loro incapacità di mettersi d’accordo e di adempiere a quelle condizioni che loro stessi si erano impegnati a realizzare. Cosa che è paradossale e che ovviamente noi non possiamo accettare! Aggiungo, inoltre, che presentare tali ricorsi costringe il Comune ad impegnare su questo procedimento risorse pubbliche, sia economiche che umane, già ampiamente utilizzate per un progetto che i privati non sono stati in grado di portare avanti. Risorse che invece potrebbero essere utilizzate diversamente, ovvero per dare risposte alle reali esigenze dei cittadini di Casale sul Sile. Per questo trovo questi ricorsi particolarmente deplorevoli, essendo promossi da soggetti di Casale alcuni dei quali hanno importanti posizioni debitorie tributarie aperte nei confronti del Comune. Detto ciò, dal canto nostro intendiamo far valere le ragioni del Comune nelle sedi opportune”.
BREVE CRONISTORIA AREA INDUSTRIALE CASALE EST DETTA “PARCO TEMATICO”
I primi indirizzi del cambio d’uso dell’area Casale Est risalgono al 1989. Una società propose allora un intervento urbanistico per la realizzazione di un “parco di divertimento”. Fu approvata una variante al PRG e l’area da agricola passò a destinazione d’uso. Fu denominata “Parco Tematico”, ma il progetto per un parco divertimenti non ebbe sviluppo. Nel 1997 fu approntato un aggiornamento del PRG e tra i vari adeguamenti territoriali fu confermata la destinazione a “Parco Tematico” di questa superficie di 540.000 mq. Il PRG fu approvato poi nel 1999, ma senza che vi fosse alcuna proposta concreta rispetto all’utilizzo dell’area. Nel 2007 fu dato avvio alla revisione del PRG, per arrivare all’approvazione di PAT e del PI. Anche con questa variazione l’area cosiddetta del “Parco Tematico” fu riconfermata, ma fu modificata la destinazione d’uso da parco tematico turistico in area a destinazione industriale/commerciale/artigianale, vincolando l’intervento con uno schema di piano attuativo (Piano Norma) e l’obbligo di adesione di tutti i proprietari delle aree. Nel 2017 venne dunque depositata l’attuale proposta di PUA relativa al polo logistico. Nel 2019, con la variante n. 7 al PI vennero modificati i parametri edilizi, applicando a tutta l’area la stessa altezza di 25 mt per gli edifici. Nel 2020 la giunta comunale adottò il PUA, avviando l’iter procedurale previsto per poter autorizzare definitivamente il progetto. Tuttavia, da allora non si è mai arrivati ad un accordo tra tutti i privati interessati. Situazione ulteriormente complicata dal fatto che nel frattempo alcuni lotti facenti parte dell’area hanno visto cambiare la proprietà e parte di questi si trovano all’asta. Le richieste di documentazione integrativa fatte a più riprese dal Comune non sono mai state pienamente soddisfatte. Tanto che nel novembre 2023 l’amministrazione comunale ha imposto ai proponenti 40 giorni di tempo per consegnare la documentazione mancante. Nonostante la richiesta, i privati non sono riusciti a produrre tutte la documentazione necessaria. Dopo aver atteso alcuni mesi, la giunta di Casale sul Sile ha deciso di archiviare in via definitiva il PUA.