Parte della delegazione veneziana ieri a Bologna, davanti a San Petronio

Si è svolta ieri pomeriggio in piazza Maggiore a Bologna, la celebrazione della beatificazione di don Olinto Marella, presieduta dall’arcivescovo Matteo Zuppi delegato pontificio. Nato a Pellestrina nel 1882, dopo l’ordinazione da sacerdote, viene chiamato a insegnare nel seminario di Chioggia.  Per debellare l’analfabetismo nell’isola di Pellestrina, fonda il “Ricreatorio Popolare” e la scuola materna “Vittorino da Feltre”. Ma è a Bologna dove ha svolto gran parte della sua attività. Dai bolognesi è considerato “Santo della carità” per aver dedicato tutta la sua vita ad aiutare chi ne aveva bisogno. Alla cerimonia di beatificazione ha partecipato in rappresentanza dell’Amministrazione comunale, con il Gonfalone della città di Venezia, il consigliere comunale Alessandro Scarpa “Marta”, delegato del sindaco. Per l’occasione è giunta anche una delegazione da Pellestrina, dove nacque Padre Marella, dalla Diocesi di Chioggia, con il vescovo Adriano Tessarollo.

Ma ecco una biografia di don Marella (fonte Opera Padre Marella)

Giuseppe Olinto Marella nato a Pellestrina nel 1882 e morto a San Lazzaro di Savena (Bologna) nel 1969, è considerato dai bolognesi “Santo della carità” per aver dedicato tutta la sua vita ad aiutare chi ne aveva bisogno. Ordinato sacerdote il 7 dicembre 1904, viene chiamato all’insegnamento nel Seminario di Chioggia. Per debellare l’analfabetismo nell’isola di Pellestrina, fonda il “Ricreatorio Popolare” e la scuola materna “Vittorino da Feltre”. Nel 1909 viene sospeso “a divinis” per aver frequentato pubblicamente il teologo modernista Romolo Murri, di cui era amico dagli anni del Seminario.

E’ costretto a lasciare la sua terra e come insegnante comincia a peregrinare in varie città italiane dove riesce a ottenere le cattedre di insegnamento. Nel 1924 approda a Bologna come insegnante di storia e filosofia nei Licei Galvani e Minghetti, dove rimarrà in cattedra fino al 1948. Nel 1925 viene riabilitato dal cardinal Giovanni Battista Nasalli Rocca, arcivescovo di Bologna. Collabora poi all’Opera Baraccati e fonda, nel 1934, il “Pio Gruppo di Assistenza Religiosa negli Agglomerati di Poveri” e dà vita a “Case Rifugio” per orfani e bambini abbandonati facendosi, per essi, mendicante. Istituisce una prima Città dei Ragazzi con cinque laboratori-scuola cui, nel 1954, segue la seconda a San Lazzaro di Savena (BO) ed il “Villaggio Artigiano” con 24 abitazioni, la “Casa della Carità” e la “chiesa della Sacra Famiglia”.

A Brento di Monzuno (BO), costruisce la chiesa di San Ansano e la “Casa del Pellegrino”. Il 6 settembre 1969, a 87 anni, si spegne nella Città dei Ragazzi di San Lazzaro di Savena. La salma del Padre dal 1980 riposa nella Chiesa della Sacra Famiglia in San Lazzaro come da suo desiderio: “Vicino ai miei ragazzi”.

Il 28 novembre 2019 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto relativo a un miracolo ottenuto per sua intercessione, aprendo la via alla sua beatificazione.