Nella cultura yogica la respirazione Pranyama è considerata un’energia vitale che circola attraverso i nadi (ovvero i canali energetici) presenti nel corpo umano.

La circolazione di questa energia vitale può essere diretta e controllata tramite la consapevolezza del respiro, così da essere incanalata in specifiche parti del corpo.

Pranyama: cos’è e quali sono i benefici

Il termine pranayama è di origine sanscrita ed è composto da due parole: prana (“forza vitale”) e ayama (“espansione”). Quindi la traduzione letterale è ”espansione della forza vitale”, ovvero ”estensione del respiro”.

I benefici di questa tecnica di respirazione sono innumerevoli: migliora la calma, allevia lo stress, aumenta l’attenzione, la memoria e la capacità di concentrazione e aiuta a moderare gli stati ansiosi.

Ma non è tutto: il Pranayama, infatti, è un valido supporto per chi è affetto da malattie croniche respiratorie e per incrementare le performance fisiche. Inoltre, facilita l’eliminazione delle tossine e migliora la circolazione sanguigna e linfatica.

Le tecniche della respirazione yogica

Entrando nel dettaglio, questa respirazione yogica si effettua in tre fasi: puraka (inspirazione), kumbhaka (ritenzione del respiro) e rechaka (espirazione). Inoltre, sono diverse le tecniche che di fatto permettono di migliorare la capacità di regolare e dirigere il prana, controllando il respiro.

Kapalabhati, ad esempio, è la tecnica che aiuta a purificare e tonificare i polmoni, mentre Nadi Shidana è una tecnica anti-stress che si esegue respirando a narici alternate. Il Bhastrika, infine, è un esercizio di respirazione rapida per massaggiare gli organi interni, ripulendo al tempo stesso il corpo dalle tossine.