La battaglia fra Prosecco e Prosek va avanti. Helena Dalli, commissario UE all’Uguaglianza, ha fatto sapere ieri che la Commissione Europea ha ricevuto dodici opposizioni alla domanda di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek.
Dalli, la quale sostituitva il commissario Janusz Wojciechowski, ha spiegato che tutte le opposizioni ammissibili verranno inviate alla Croazia per le osservazione del caso. Inoltre tutte le risposte della Croazia verranno poi comunicate all’Italia.
Al termine di questo scambio, la Commissione Europea prenderà infine la sua decisione se tutelare o respingere la domanda della Croazia.
“Se l’Europa cedesse alle richieste croate sulla denominazione Prosek, creerebbe un precedente pericolosissimo per tutti gli altri prodotti tipici. E’ imbarazzante pensare che l’Europa possa autorizzare il termine Prosek, che storicamente identifica la nostra produzione. Ci sono moltissimi motivi per dire no. L’Europa chiuda velocemente questa partita e rigetti le richieste croate. Quello che sta accadendo è scandaloso”.
Con queste parole, Luca Zaia ha commentato ieri sera la vicenda e gli sviluppi in corso a Bruxelles, con la ricezione di 12 “opposizioni” da parte della Commissione Europea, che sono state inviate alla Croazia per le controdeduzioni.
“Tra i tanti motivi di un no secco al Prosek – aggiunge Zaia – c’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che firmai quand’ero Ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. Poi ci sono una serie di significative motivazioni storiche”.
Le prime citazioni del termine “Prosecco”, con riferimento al vino di cui alla relativa DOP risalgono infatti al XIV secolo. In particolare, al 20 settembre 1382 quando la città di Trieste ha siglato un accordo tale per cui – entrando nei domini del sovrano austriaco – si impegnava a consegnare annualmente 100 orne del miglior vino di Prosecco al Duca d’Austria.
La dicitura Prosecco ha poi continuato ad essere estensivamente usata nei secoli per indicare lo specifico vino, proveniente dai territori del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia e tale legame storico costituisce, tra l’altro, il fondamento del riconoscimento della DOC Prosecco di cui al Decreto del 17 luglio 2009 del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali di allora, che era proprio Luca Zaia. A tale ultimo riguardo, nelle riprodotte incisioni di rame risalenti rispettivamente al 1585 ed al 1590, la città di Prosecco, situata poco a occidente di Trieste, è denominata Proseck, in ragione dell’assoggettamento, in quel periodo storico, dell’area al dominio asburgico. Invece, la riprodotta carta geografica dell’area friulana, risalente al 1770, anch’essa incisa su rame, e stampata per conto del Governo veneziano, impiega, ordinariamente, la denominazione italiana ‘Prosecco’.
Il che, secondo il Veneto, conferma non solo l’omonimia/identità tra i nomi Prosecco e Prosek, ma attesta la risalenza storica del collegamento tra l’area geografica intorno a Trieste e il vino ‘Prosecco’, oggi tutelato con DO. È, dunque solo a quest’area geografica, del tutto estranea al territorio croato, che può essere ricollegata la storicità della denominazione ‘Prosecco/Proseck’.