Nonostante l’esito del referendum costituzionale abbia sancito la sonora bocciatura della “Riforma Boschi” , il sindaco Giovanni Manildo ha mostrato una certa soddisfazione per la grande affluenza alle urne registrata in provincia di Treviso e in generale in tutto il Paese. Certo, non senza celare una punta di amarezza critica per la sconfitta che così subiscono il Partito Democratico e, in particolare, il premier in uscita Matteo Renzi.[s2If !current_user_can(access_s2member_level1)] …READ MORE[/s2If][s2If current_user_can(access_s2member_level1)]

“E’ stata una grande prova di democrazia” ha dichiarato l’avvocato Manildo “Noi ci abbiamo provato fino in fondo e in modo serio: era un’opportunità per cambiare davvero l’Italia, purtroppo abbiamo pagato in modo pesante la campagna elettorale, che non è rimasta nei binari strettamente tecnici del merito, ma ha trasformato il voto in scontro politico”.

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Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno, nella Marca Trevigiana il No ha guadagnato un vero e proprio plebiscito: 62,7% dei votanti, contro appena il 37,3% a cui si è fermato il Sì. L’assenso alla riforma Boschi, in particolare, non è riuscito a spuntarla in alcuno tra i 95 comuni della Provincia, 89 dei quali hanno visto il No prevalere con oltre il 60% delle preferenze. Soltanto a Treviso, Casier, San Biagio di Callalta, Conegliano, Mogliano Veneto e Monastier, il Sì ha potuto raggiungere o superare quota 40%.

Per quanto riguarda invece l’affluenza, il dato trevigiano è di grande conforto per chi temeva astensionismi di sorta: ben il 76,9% degli aventi diritto si sono presentati alle urne, terza provincia veneta a parimerito con Verona, alle spalle di Padova (78,9%) e Vicenza (78,5%), e davanti a Venezia (74,3%), Rovigo (73,4%) e Belluno (71,5%). Nel complesso, in Veneto hanno votato il referendum costituzionale 2.856.049 persone, ossia il 76,7% dell’elettorato, più di qualsiasi altra regione. Un dato che avvalora ulteriormente la notevole partecipazione registrata a Treviso, per la quale Manildo si è detto soddisfatto.

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Interrogato poi nel merito del risultato che gli scrutini hanno sancito, e soprattutto sull’opportunità che alle dimissioni di Renzi dalla Presidenza del Consiglio possa seguire un suo avvicendamento al vertice del Partito, il sindaco ha diplomaticamente preso le parti del leader del centrosinistra: oltre a risottolineare il pieno sostegno dato fino all’ultimo momento alla riforma proposta dal governo Renzi, il sindaco di Treviso ha riconosciuto al premier grande coerenza ed onestà nel gesto di dimettersi. “Per il resto è troppo presto per parlare, e attendiamo dunque la segreteria del Partito Democratico”, ha chiosato infine Manildo a proposito del ventilato cambio di leadership.[/s2If]