Mini robot biodegradabili ispirati ai semi delle piante e sensori che imitano le caratteristiche delle foglie: questi sono alcuni aspetti della della robotica morbida, macchine che non hanno componenti rigide.

Robot morbidi: cosa sono

“I robot morbidi sono intrinsecamente sicuri perché non hanno parti rigide e hanno tantissime potenziali applicazioni impossibili per la robotica tradizionale, ad esempio per muoversi in esplorazione in ambienti molto difficili o stretti oppure in ambito agroalimentare per manipolare oggetti delicati come la frutta, oppure per monitore l’ambiente”, ha spiegato all’ANSA Barbara Mazzolai, Direttore associato per la Robotica all’IIT-Istituto Italiano di Tecnologia.

Parliamo, dunque, di Microrobot I-seed ispirati ai semi delle pianti, biodegradabili e capaci di realizzare il monitoraggio del suolo e dell’aria. Ma anche di sensori biocompatibili capaci di aderire sulle piante per verificarne i parametri vitali: le possibili offerte dall’elettronica flessibile sono davvero versatili e molteplici.

Non a caso, ha aggiunto Mazzolai: “Sono tantissimi gli scenari che si stanno aprendo e soprattutto si iniziano a vedere anche le prime aziende che stanno commercializzando prodotti nati da queste nuove idee nate dalla robotica morbida”.