Il grande raduno della Lega, ieri a Treviso, è stata l’occasione per intervistare in esclusiva Matteo Salvini, ma anche per seguire i discorsi proposti alla folla dal leader del Carroccio (che durante un intermezzo apolitico ha riconosciuto a Treviso la paternità del Tiramisù, definendosene “un enorme consumatore”) e di altri vertici leghisti di livello regionale, provinciale e cittadino.

Ha esordito Dimitri Coin, segretario provinciale della Lega, che ha subito parlato di autonomia col suo consueto carisma “La caratteristica dei candidati della Lega sarà quella di portare avanti la volontà espressa dagli elettori in sede di consultazione referendaria, lo scorso ottobre. I cittadini veneti hanno chiesto maggiore autonomia per il Veneto, e noi candidati lavoreremo tutti principalmente per questo obiettivo”.

Spazio poi a Mario Conte, attuale capogruppo Lega Nord-Liga Veneta in Consiglio Comunale, e soprattutto candidato sindaco per la coalizione di centrodestra alle prossime elezioni trevigiane. “La nostra alternativa è l’alternativa a questo sindaco, che oggi si professa rappresentante di una lista civica, ma rimane in realtà un’espressione del PD e della sinistra. I nostri spin doctor sono i cittadini, che noi incontriamo tutti i giorni e i cui bisogni ascoltiamo: i cittadini trevigiani necessitano attenzione, servizi, assistenza, non polemiche. Forza Lega, W Treviso e andiamo a vincere”.

E poi Gianantonio da Re, segretario nazionale Lega Nord-Liga Veneta, andando anche lui dritto al punto. “Tanto saranno le politiche importanti per cambiare il governo centrale a Roma, tanto lo saranno le amministrative per cambiare questa città. Noi lavoreremo per dare a Luca Zaia la forza di cambiare le carte e rispondere all’esigenza di autonomia dei Veneti: le aziende e i cittadini devono poter impiegare le proprie risorse per rilanciare l’economia della nostra Regione.” Toni Da Re, naturalmente, ha anche presentato la squadra di candidati veneti alle elezioni politiche del 4 marzo: Dimitri Coin, Ingrid Bisa, Angela Colmellere, Marica Fantuz, Franco Manzato, Giuseppe Paolin, Massimo Caldura, Sonia Fregolent, Gianpaolo Vallardi, Mirco Badole.

Noi contiamo di avere Matteo Salvini premier, perché vogliamo governare questo Stato, cambiarlo, mettere un freno all’immigrazione e ridare lavoro ai nostri concittadini”. Con questa chiosa Toni Da Re ha infine introdotto Matteo Salvini, il leader della Lega, candidato alla Presidenza del Consiglio. Salito su un tavolino, e invitando simpaticamente a “Non parlare di calcio” qualche tifoso rossonero che gli ha rivolto un “Forza Milan!”, tra gli applausi generali Salvini ha preso la parola dichiarando anzitutto il suo impegno a non voler tradire gli elettori. “Noi non ci alleeremo mai né col Movimento 5 Stelle né con la sinistra. Chiunque vota Lega può stare tranquillo. Calcolate già per fatto il togliere redditometri, spesometri e tutto ciò che complica la vita a chi desidera semplicemente lavorare”.
“Sono entrato a Treviso in macchina e ho trovato il primo trevigiano dopo un quarto d’ora”
ha scherzato il “Capitano” leghista fra le risa della folla. “Vi do un impegno, senza bacchette magiche o promesse: ne sbarcheranno di meno e ne espelleremo di più. Per le donne e i bambini che scappano dalla guerra, casa mia è casa loro, Treviso è casa loro.” In sostanza, “Io sì voglio un Paese solidale, generoso ed accogliente… Ma lo voglio solidale, generoso ed accogliente prima coi trevigiani, i veneti, gli italiani. E poi con il resto del mondo. I soldi per la solidarietà li spenderemo nei paesi della gente che soffre, anziché in appalti alle cooperative rosse”. Un fiume in piena, Matteo Salvini, tra tanti applausi del popolo trevigiano e leghista accorso in massa ad accoglierlo.

A quel punto è entrato in scena il grande condottiero della Lega in Veneto: il governatore Luca Zaia.