URBS SCRIPTA Corno dogale con scudo sul lato interno della Loggia Foscara di Palazzo Ducale
URBS SCRIPTA Corno dogale con scudo sul lato interno della Loggia Foscara di Palazzo Ducale

Si chiama Urbs Scripta, ed è il primo festival dedicato ai graffiti storici mai realizzato in Italia, anche se per dimensioni, carattere e varietà di proposte costituisce un’esperienza unica nel panorama europeo: quattro giorni, da giovedì 13 aprile alla successiva domenica 16 ,  interamente dedicati ai luoghi, ai significati, allo studio e alla scoperta dei graffiti storici veneziani, che coprono seicento anni di storia, dalla fine del Trecento al secondo dopoguerra.

Questa mattina Il Festival dei Graffiti, che ha il supporto del Comune di Venezia e della Regione del Veneto, è stato presentato a Cà Farsetti dalla presidente del Consiglio comunale, Ermelinda Damiano, assieme allo scrittore Alberto Toso Fei e alla storica e divulgatrice Desi Marangon, già autori del volume “I graffiti di Venezia” (Lineadacqua, 2022), che hanno la direzione artistica e scientifica.

“La storia della città passa anche attraverso segni, solchi, graffiti di secoli trascorsi che raccontano, attraverso le pietre di Venezia, quello che l’isola ha vissuto e che oggi, attraverso questo Festival, riproponiamo in chiave contemporanea. L’attenzione di questa Amministrazione comunale verso tutte le iniziative che rientrano del solco della cultura è sempre alta perché l’obiettivo è quello di valorizzare e far conoscere la storia prestigiosa della Serenissima, che ancora oggi ha molto da raccontare – è il commento della presidente Damiano-  E’ per questo motivo che eventi come questi sono realizzati con la volontà di coinvolgere i cittadini per renderli protagonisti della loro città, in prima persona, attraverso percorsi dedicati che li accompagnino a conoscere da vicino la storia che ha reso grande questa città nel mondo. Tutti si sentiranno protagonisti di questa storia, sempre nel rispetto della città e della sua bellezza”.

Navi, cronache, giochi, figure umane; slogan per l’elezione dei dogi o lamentazioni dei prigionieri; giochi, nomi, croci e date. Un insieme straordinario di presìdi di memoria, disseminato lungo tutta Venezia e le sue isole nelle chiese, nei palazzi, sui monumenti, che è parte della storia viva lasciata sulle pietre dalle persone comuni (in un modo che forse non ha eguali in nessun altro luogo, per estensione e bellezza), che nel raccontare le loro storie rendono improvvisamente i monumenti della città portatori di significati più profondi e diversi, senza smentire tuttavia mai la storia ben più sontuosa, scritta da dogi, artisti, poetesse, regine e capitani da mar alla conquista dell’Oriente.

Il Festival dei Graffiti Veneziani prevede sessioni di visita al Fontego dei Tedeschi, a Palazzo Ducale e al Lazzaretto Nuovo (quest’ultima condotta dalla professoressa Francesca Malagnini dell’Università per Stranieri di Perugia, che sui Lazzaretti veneziani ha scritto due volumi). Un convegno all’Ateneo Veneto nel quale è previsto l’intervento del professor Carlo Tedeschi dell’Università di Chieti, uno dei massimi esperti di graffiti storici, e un dibattito sul tema dell’occupazione degli spazi pubblici delle città, oltre a una  mostra documentaria – con fotografie di Simone Padovani – realizzata grazie al contributo della Fondazione di Venezia.

Le visite sono organizzate in collaborazione con T -Fondaco dei Tedeschi, Palazzo Ducale e i Lazzaretti veneziani. Una ulteriore  esperienza tattile – condotta da Laura Bumbalova -sarà dedicata ai non vedenti. È prevista anche una tavola rotonda (con la partecipazione di Francesca Salatin, IUAV) per l’individuazione di un protocollo nazionale di restauro volto alla preservazione dei graffiti storici, veri presìdi di memoria che rischiano continuamente di scomparire, privi come sono attualmente di qualsiasi tutela legislativa.

E ci sarà spazio anche ad una caccia al tesoro inedita: lungo le calli che – a partire dalle Procuratie Vecchie, sede di The Human Safety Net – permette ai partecipanti di conoscere e divertirsi. Il festival, che rientra in un progetto di public history di più ampio respiro, gode inoltre del patrocinio dei Comitati privati stranieri per Venezia e di Europa Nostra. Urbs Scripta è anche il titolo di una pubblicazione (realizzata da Editoriale Programma) che ha lo scopo di fornire uno sguardo originale sui graffiti, percepiti non più come danno antropico o atto vandalico bensì come fonte storica a tutti gli effetti, fondamentale per riscrivere una storia dal basso e di chi fino ad ora non ha avuto voce.

“I graffiti antichi stanno infatti diventando sempre più “pop”, sui social, attraverso pubblicazioni volte alla divulgazione, sugli organi di stampa – dichiara Alberto Toso Fei- Preservare, studiare, capire e diffondere la conoscenza dei graffiti veneziani significa mettersi in ascolto di un passato che è già tutto lì”.

“Urbs Scripta – aggiunge Desi Marangon – pone dunque un ulteriore tassello a un progetto di public history che punta a scrivere una storia dal basso, fatta di testimonianze lasciate sui muri da persone comuni, e che vede nella storia un progetto partecipato e collettivo, al quale tutti possono contribuire grazie alla mediazione di chi della storia e della narrazione ha fatto il proprio mestiere”.

Le visite sono gratuite con prenotazione obbligatoria.