Il 20 di giugno, per molte piccole e medie imprese trevigiane, non ci sarà più la possibilità di estendere la cassa integrazione Covid-19 e questo, a fronte del divieto di licenziare fino al 17 agosto fissato dal Governo, diventerà un problema significativo per la tenuta del nostro sistema produttivo.
«Premetto un dato: le nostre aziende NON vogliono licenziare perché sanno che il capitale umano è il vero patrimonio della loro impresa – afferma Mattia Panazzolo, vicedirettore di CNA territoriale di Treviso -. Al contempo, il calo dei fatturati, la contrazione degli ordini, l’incertezza rispetto ai tempi di ripresa dell’economia globale richiedono di adeguare velocemente gli organici aziendali al lavoro effettivo che si ha. Per molte realtà artigianali è una questione di sopravvivenza».
Questo problema segnalato da CNA, si aggiunge a quello noto dei ritardi con cui viene erogata la cassa integrazione a causa dell’enorme numero di domande arrivate agli uffici regionali e della troppa burocrazia che richiede l’iter.
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Vediamo da cosa nasce il problema. Il Cura Italia (17 marzo 2020) aveva previsto e finanziato la possibilità per le aziende di mettere i propri dipendenti in cassa integrazione Covid-19 per 9 settimane, con inizio dal 23 febbraio, introducendo un divieto di licenziamento di 2 mesi. Il Decreto Rilancio ha esteso il divieto di licenziamento a 5 mesi (cioè fino al 17 agosto), finanziando ulteriori 9 settimane di cassa integrazione che tuttavia possono essere utilizzate subito solo per alcune categorie di aziende (ad esempio quelle del turismo), mentre per tutte le altre tipologie possono essere utilizzate solo 5 settimane fino al 31 agosto. Quindi il 20 di giugno per la maggioranza delle imprese manifatturiere (che hanno iniziato la sospensione il 16 marzo) non sarà più possibile usufruire della cassa integrazione Covid-19 e al contempo non potranno adeguare gli organici interni fino al 17 agosto.
«A differenza di Paesi come gli Stati Uniti d’America, in cui sono già state licenziate 33 milioni di persone, lo Stato italiano ha fatto uno sforzo enorme per salvaguardare impresa e lavoro, coniugando le necessità degli uni degli altri – continua Panazzolo -. Tuttavia ora la coperta è corta e si rischia di mettere in seria difficoltà molte imprese. Sappiamo che l’Unione Europea attiverà Sure, una linea specifica per finanziare la cassa integrazione dei paesi membri, pertanto chiediamo al Governo di estendere le settimane di cassa integrazione per tutti almeno fino alla fine di agosto».