Il termine anedonia descrive un’incapacità patologica nel provare piacere. Chi soffre di questo disturbo, infatti, perde interesse nello svolgere attività gratificanti e subisce una sorta di appiattimento del proprio stato emotivo ed affettivo.

Da non confondere con la depressione, l’anedonia è di per sé uno dei possibili sintomi riscontrabili in vari disturbi mentali. Chi ne è affetto, infatti, perde interesse per uno o più ambiti della quotidianità e per una molteplicità di aspetti legati al cibo, al sesso, alle interazioni sociali e ai rapporti interpersonali.

Anedonia: a cosa è associata

L’anedonia è un tratto comune a varie patologie psichiatriche, come ad esempio depressione, demenza, disturbi della personalità o schizofrenia. Tuttavia, essa può essere associata anche all’alcolismo o all’abuso di sostanze stupefacenti, all’autismo, alla Sindorme di Asperger o al Morbo di Parkinson.

La stretta interconnessione con altre casistiche particolari, tuttavia, rende particolarmente difficile individuare le cause scatenanti e i meccanismi eziopatogenetici di questo disturbo.

Il disturbo negli adulti

Una persona affetta da anedonia nel corso del tempo tende a non provare più alcuna soddisfazione (né alcun interesse) per tutto ciò che la circonda.

Parliamo, quindi, di un disturbo molto trasversale che riguarda sia la sfera fisica che quella sociale. Il malato, infatti, generalmente è apatico nel soddisfare i propri bisogni concreti, ma al tempo stesso manifesta anche totale disinteresse nell’interagire con amici, familiari e con il proprio partner.

Le possibili cure

Dal momento che questo disturbo è spesso correlato con altre patologie, non è semplice individuare le cause scatenanti, né tantomeno la cura specifica. Tuttavia, una volta evidenziata la problematica, è importante rivolgersi ad uno specialista per valutare il miglior percorso terapeutico da intraprendere.

Ad oggi non esistono terapie mirate per l’anedonia: l’iter da seguire, infatti, è perlopiù analogo a quello di altri disturbi mentali. Un ruolo fondamentale (e delicato) spetta alla famiglia e agli affetti, che dovranno sostenere il malato nel percorso di guarigione anche quando (e se) 10quest’ultimo tenderà ad isolarsi.