L’atelofobia è la paura di non essere mai abbastanza, di non avere diritto a una seconda possibilità, è la ricerca spasmodica della perfezione.

Ogni scelta e ogni azione diventano angoscianti, a volte quasi invalidanti, perché nascono dal rifiuto di scendere a compromessi con l’incerto.

Atelofobia: da cosa nasce

Le motivazioni alla base di questo disturbo sono molteplici. L’atelofobia può dipendere dal vissuto di esperienze traumatiche legate all’imperfezione e quindi dal timore che esse possano ripresentarsi.

Altre volte, invece, il disturbo è legato a pretese eccessive degli adulti subite durante l’infanzia, che hanno trasmesso il messaggio errato che l’unica maniera per evitare delusioni e giudizi è non sbagliare mai.

Oppure tale problematica potrebbe avere a che fare con la mancanza di sicurezza e fiducia in se stessi, con il rifiuto di accettare difetti o debolezze o con il disagio provato verso cose e situazioni imperfette.

I sintomi

La sintomatologia comprende perlopiù ansia, inflessibilità nel giudizio e la tendenza a svolgere ogni compito in modo maniacale e ossessivo, tentando di avvicinarsi quanto più possibile alla perfezione.

Inoltre, chi soffre di atelofobia manifesta anche sintomi fisici come, ad esempio, sudorazione, tensione muscolare, rigidità corporea, secchezza delle fauci, tremori, nausea o affaticamento.

Come si cura

Per superare il disturbo è importante rivolgersi ad uno specialista: la terapia, infatti, è lo strumento più efficace perché permette di approfondire aspetti che da soli potrebbe essere difficile indagare.

Terapia e modalità di intervento variano a seconda delle specifiche esigenze del paziente, ma in generale il terapeuta può aiutare a:

  • riformulare il concetto di ciò che significa perfezione e imperfezione;
  • ripensare al perché si ricerca la perfezione;
  • lavorare sull’accettazione, sul concetto di sé e sulle proprie debolezze, per normalizzarli e ridurre i livelli di disagio.