“Come molti altri critici, anche Landini, con le sue dichiarazioni, dimostra di non conoscere il progetto di autonomia del Veneto, o di esserne mal informato. Occorre ristabilire la verità. Per illustrargli il tutto gli metto a disposizione la nostra delegazione trattante, composta da eminenti giuristi, svincolati dalla politica”.

E’ l’offerta che il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, fa al Segretario della Cgil in risposta alle dichiarazioni contrarie all’autonomia da lui rilasciate oggi nel corso di una manifestazione pubblica a Bari.

“La verità – prosegue Zaia – non è quella che anche Landini teorizza. L’autonomia non è la secessione dei ricchi, non è la divisione dell’Italia in serie A e serie B, non è la volontà di nessuno di creare problemi al sud. L’Italia è in una situazione storica nella quale è il centralismo che sta facendo danni e, approfondendo le diversità, è sempre più disgregante.  L’unità nazionale c’è solo sulla carta, a fronte di una realtà di tutti i giorni che presenta un Paese diviso, con diversità che non sono causate da un’autonomia che ancora non c’è, ma dalla mala gestio del passato, e in certi casi anche del presente, in alcune aree d’Italia”.

“Se ci sono Regioni che ancora costringono i loro cittadini a emigrare per curarsi – aggiunge Zaia citando l’esempio della sanità – la causa non sono gli altri, ma la mala gestione. Sia chiaro – precisa – che il fondo sanitario nazionale è distribuito con parametri precisi in modo da garantire a tutti le stesse opportunità di cura, che in sanità si chiamano Livelli Essenziali di Assistenza. La Cgia di Mestre ha certificato che nella pubblica amministrazione italiana ci sono 200 miliardi di sprechi: ecco perché esistono sanità diverse nella stessa nazione, non perché chiediamo l’autonomia che manca”.

“Poi qualche settimana fa– ricorda il Governatore – ci è toccato sentire l’allora Ministro per il sud Barbara Lezzi dichiarare candidamente di sapere che una Regione non ha utilizzato 180 milioni di fondi europei da investire, ma di non voler dire qual è. Inaccettabile ed emblematico”.

La mancanza di servizi in alcuni territori – aggiunge il Governatore del Veneto – è determinata da questa realtà, non dal fatto che ci siano Regioni che chiedono l’autonomia come Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Anche perché non siamo solo noi tre. Ad oggi la realtà italiana vede cinque Regioni che sono già autonome e undici che hanno avviato un processo verso l’autonomia. All’appello ne mancano veramente poche, il che dimostra che si tratta di una questione nazionale, non del nord”.

“Questo Paese – conclude il Presidente del Veneto – deve decidere se uscire dal tunnel del Medio Evo nel quale si trova, e per farlo deve scegliere il Rinascimento attraverso l’autonomia”.