“Con la riforma sugli alimenti a indicazione geografica, che sarà valutata dal Consiglio europeo a fine mese, l’Europa vuole migliorare il settore. I viticoltori possono stare tranquilli: il dossier sarà gestito dai Paesi del Mediterraneo, titolari di gran parte delle Ig. Le cose, quindi, stanno andando nella giusta direzione”.

Dorfmann: la rassicurazione

Con queste parole l’europarlamentare Herbert Dorfmann, componente della commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, ha rassicurato i viticoltori al Vinitaly di Verona al convegno “La riforma delle Ig”, organizzato da Federdoc, Confagricoltura Veneto, Confagricoltura Venezia Giulia, Confagricoltura Trentino e Unione Agricoltori Altoatesini, che si è svolto nello stand di Confagricoltura.

Alle perplessità espresse dall’universo agricolo sulla riforma, Dorfmann ha risposto che “alcuni cambiamenti andranno a vantaggio del vino, come la protezione delle denominazioni nel mercato online. Ma una novità positiva arriverà anche dal nuovo ruolo dei consorzi, ai quali daremo la possibilità di programmare le produzioni”.

Il convegno

Al convegno hanno preso parte Maria Elisabetta Casellati, ministro per le Riforme istituzionali, il vicepresidente del Senato, Gianmarco Centinaio e Antonio de Poli, questore del Senato. Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto, ha precisato in apertura che la riforma può essere un’opportunità per il settore, ma che alcuni passaggi destano preoccupazione.

Quali siano i punti controversi lo ha specificato Palma Esposito, funzionario dell’area politica Sviluppo economico filiera agroalimentare di Confagricoltura. Nella riforma, che prevede la revisione e l’accorpamento in un unico sistema delle indicazioni geografiche per il vino, le bevande spiritose e i prodotti agricoli, ha indicato il rischio di un allineamento alle politiche delle Ig del food, che potrebbe indebolire le indicazioni geografiche del vino, così come il timore dell’eliminazione della misura riguardante la promozione nei mercati dei Paesi terzi dall’Ocm vino.

Centinaio ha espresso contrarietà alla nuova normativa: “Forse  l’Ue non ha capito che cosa sono le Ig del vino e che non possono essere messe in un unico calderone con altri settori, ma devono continuare ad avere una regolamentazione a sé stante. Perciò bisogna continuare questa partita in Europa, perché  il settore del vino è sotto attacco e se non andiamo a testa alta a rappresentare l’Italia i Paesi del Nord torneranno all’assalto con l’etichettatura e fioccheranno altre restrizioni mirate a penalizzarci”.

Casellati ha rimarcato la necessità di preservare un patrimonio unico nel mondo, costituito da 408 dop e 118 igp: “Il vino costituisce una delle grandi eccellenze italiane, perché racconta la storia e il rapporto dell’uomo con il territorio, dove si coniugano perfettamente la tradizione e l’innovazione. Come governo stiamo operando a tutto tondo in un settore che riteniamo centrale per l’economia e per l’Italia. Sul tavolo del dibattito politico ci sono tanti temi che riguardano l’agricoltura, come la contraffazione, e siamo contenti che una direttiva europea abbia accolto le nostre lamentele. La nostra azione continuerà ad essere forte per la tutela del settore”.

Anche Antonio De Poli ha insistito sulla necessità di tutelare maggiormente il made in Italy: “Siamo ancora poco incisivi nell’intervenire all’estero, non riuscendo a bloccare sui siti e sui social prodotti contraffatti. Dobbiamo difendere di più i nostri prodotti di qualità e il vino, caposaldo a livello nazionale e internazionale”.

 

Giangiacomo Bonaldi, presidente di Federdoc, ha rimarcato che “questa riforma non aveva avuto una partenza molto felice e ci eravamo preoccupati. Ora mi pare di capire che, anche all’interno della commissione, ci siano stati degli avvicinamenti importanti e che si possano trovare dei punti di compromesso”. Sulla stessa linea Alberto D’Attimis, presidente della sezione vitivinicola Friuli Venezia Giulia e Diego Coller, presidente di Confagricoltura Trentino, che si sono detti soddisfatti dello smussamento delle posizioni.

 

Conclusione affidata a Giordano Emo Capodilista, vicepresidente nazionale di Confagricoltura: “Tutti i presenti sono impegnati nella difesa del vino e dell’agricoltura italiana da molto tempo. Come Confagricoltura rappresentiamo gran parte delle aziende vitivinicole e quindi possiamo indicare le strategie e il modo di difendere la nostra produzione di qualità. Siamo certamente sotto osservazione in Europa: ci invidiano e ci copiano dappertutto. È un male ma anche un bene, perché vuol dire che rappresentiamo un modello vincente nel mondo per qualità e stile di vita”.