Filippo Fontana salterà probabilmente il mondiale di ciclocross che si disputerà in America tra una quindicina di giorni.

Il forte atleta di Fregona, che ha deciso, sorprendendo tutti, di correre il campionato italiano nella categoria elite e non in quella under 23 dove avrebbe conquistato la maglia tricolore a mani basse, e piazzatosi secondo nella gara elite, a causa della mancanza della seconda dose di vaccino sarà costretto a rimanere a casa dalla gara iridata. “Purtroppo le regole degli Stati Uniti sono severe – spiega Daniele Pontoni, commissario tecnico della nazionale di ciclocross -. Se non c’è la seconda dose di vaccino non puoi entrare negli Usa. Filippo ha avuto il covid, ne ha fatta una e l’altra dovrebbe farla tra quindici giorni e non ci sono i tempi tecnici per la registrazione. Stiamo cercando di capire se co sono altre strade da percorrere ma al momento è così. Peccato perché Filippo sarebbe stato importante in America. Vista la condizione avrebbe potuto ottenere un risultato”. Niente mondiale e niente maglia tricolore. Quella di Filippo Fontana è stata una scelta ragionata: “A questo punto della mia carriera, passando di categoria che senso avrebbe avuto indossare nuovamente la maglia tricolore degli Under 23? Meglio che la indossi un ragazzo che la può portare per una intera stagione. Diciamo che ho valutato che in questo momento ha più valore una medaglia d’argento al tricolore elite di una maglia nella categoria inferiore”. Filippo per due giri del percorso tricolore, a Variano di Basiliano, hai avuto la vittoria in pugno: “Certamente. Sapevo di essere in buona condizione e di aver come avversario valido Jacob Dorigoni. Sono partito subito in attacco – racconta il portacolori del gruppo sportivo Carabinieri -, ho allungato su Dorigoni appena lui ha avuto un guasto tecnico. Al secondo giro mi sono incartato su un paletto, fermandomi e raddrizzando il paletto, ho voluto azzardare in alcuni tratti. Poi mi si è incastrata la catena e ho dovuto sbloccarla con le mani, sono arrivato ai box, ho cambiato la bici, dopo pochi metri ho forato, mi è pure rotta la chiusura della scarpa e quindi non la potevo agganciare bene al pedale e non potevo spin gare a dovere. Insomma, un secondo posto con tutti questi imprevisti è paragonabile ad un primo posto. Poi Dorigoni si è avvantaggiato e non sono più riuscito a stagli a ruota. Il lotto di partenti era comunque forte e arrivare secondo resta un grande risultato”. Probabilmente Filippo Fontana correrà in due prove di Coppa del Mondo, in Olanda e in Francia ma tutto è da valutare. In gara tra le junior c’era anche Beatrice Fontana, sorella di Filippo, che corre nel team di Treviso, Rudy Project. Beatrice ha portato a termine una stagione in crescendo e la medaglia di bronzo al tricolore è un successo di grande prestigio: “Ho avuto un po’ di problemi in questo finale di stagione – racconta la trevigiana di Fregona – ma sono riuscita a riscattarmi in questo campionato italiano. Percorso difficile, tecnico, gara combattuta e alla fine mi sono guadagnata questa medaglia che per me è importante”. Al settimo posto anche la compagna di squadra, Lucrezia Braida. In casa Fontana, famiglia di ciclocrossisti, a partire da papà Alessandro, ciclocrossista di livello internazionale tra gli anni Novanta e Duemila, sono arrivate due medaglie, d’argento e di bronzo. La terza medaglia, d’argento, sempre per la grande famiglia del ciclocross trevigiano e di casa Fontana è arrivata con Nicole Pesse. La valdostana, che corre con il team Rudy Project, ha conquistato la piazza d’argento tra le Under 23, alle spalle della pescarese Gaia Realini (Guerciotti) e nona nella classifica donne open. E’ la fidanzata di Filippo Fontana e figlia di Francesca Pellizzer, trevigiana e presidente del comitato regionale Fci della Valle d’Aosta: “Avrei potuto conquistarla quella maglia tricolore, purtroppo sono rimasta vittima di una brutta caduta in corsa. E’ successo tutto durante il primo giro, nel tratto in contro pendenza. Il percorso era davvero molto difficile e tecnico e il fango pesante ha compromesso alcune prove. Dopo la svicolaste, con le mani doloranti mi sono aggrappata con forza al manubrio e ho continuato tutta la gara stringendo i denti e inseguendo la mia avversaria Gaia Realini pedalando più forte possibile. Ma la mia avversaria si era rivelata ad un certo punto davvero imprendibile. Purtroppo il campionato italiano è sempre una incognita. Ho cercato di recuperare al meglio, ma è andata così. Ci riproverò.Magari facendo pure un pensierino ai mondiali in America. Chi lo sa. Sognare non guasta ”