Un Giro d’Italia tecnico, combattuto come sempre. Un Giro adatto a corridori completi, come sempre. Un Giro che è il Giro d’Italia, festa di colori, spettacolo allo sprint emozione pura in salita. Un Giro che compie 108 anni. Il Giro del 2024 è anche il centenario della vittoria di Ottavio Bottecchia al Tour de France. Che con il Giro non c’entra ma il prossimo luglio il Tour de France partirà da Firenze toccando Rimini, Cesenatico, Bologna, Piacenza e il Piemonte. E chissà se qualcuno ricorderà il corridore trevigiano che, primo atleta italiano, indosso’ per due volte di seguito, 1924 e 1925 la maglia gialla. “Noi ci abbiamo provato, non era semplice avere una tappa a Colle Umberto, il paese natale di Ottavio Bottecchia, ma stiamo lavorando per avere almeno un ricordo di Botescià nella grande partenza del Tour dall’Italia anche se il Giro transita per Peonis, dove Ottavio Bottecchia morì in un incidente che rimane avvolto ancora nel mistero”, spiega il primo cittadino di Colle Umberto, Sebastiano Coletti. L’ultima settimana di corsa rosa è quella che interessa anche la Marca Trevigiana con le tappe dalla 16 alla 21. Dopo le scalate con Livigno, Selva dei Valgardena e la Fiera di Primiero  – Padova. La volata a Padova (Fiera di Primiero-Padova 166 km con discesa verso Valdobbiadene), diciottesima tappa il 23 maggio, e la tappa di media difficoltà di Sappada (154 km da Mortegliano con Passo Duron e Sella Valcalda prima del finale – la tappa transita da Peonis dove morì Ottavio Bottecchia) anticipano la resa dei conti della Alpago-Bassano del Grappa (175 km con due scalate del Monte Grappa da Semonzo che vide l’attacco vittorioso di Nibali nel 2010 e la crono vinta da Quintana nel 2014). La tappa del 25 maggio praticamente tutta trevigiana con arrivo però a Bassano del Grappa consegnerà definitivamente la maglia rosa. La ventesima tappa, la Alpago – Bassano del Grappa del 25 maggio con i die giri sul Grappa transiterà dal Lago di Santa Croce, scendendo per il Fadalto e transitando per Vittorio Veneto e toccando tutti i paesi della Pedemontana scendendo per Follina per scalare Cà del Poggio e risalire verso Pieve di Soligo, Valdobbiadene e tutte le Colline Patrimonio Unesco, e ancora Pederobba, Cavaso del Tomba, Possagno per arrivare a Semonzo, salire sul Grappa, ridiscendere e risalire per affrontare in discesa ancora il Grappa e arrivare in volata a ranghi ristrettì a Bassano del Grappa. Per Vincenzo Nibali questa potrebbe essere proprio la tappa decisiva un po’ come avvenuto con Roglic come avvenuto lo scorso anno.  

“Un Giro bello tosto, impegnativo, bisogna arrivarci preparati, al massimo delle forze” racconta sul palco del teatro Sociale di Trento, dove si è svolta la presentazione della corsa rosa, Vincenzo Nibali, sceso di sella ed ora operativo in Rcs. L’ultima tappa quella del Grappa sarà decisiva per la classifica e la maglia rosa. E mi ha emozionato molto ricordare la tappa che vinsi sulle asperità trevigiane” chiosa in finale Vincenzo Nibai, per anni seguito nelle sue più importanti vittorie dal trevigiano Paolo Slongo che ora sogna, con Elisa Longo Borghini, il trofeo dell’Infinito del primo Giro d’Italia donne targato Rcs. Sul palco della presentazione del Giro d’Italia anche Peter Sagan che ha finito mia carriera tra i professionisti strada sotto gli occhi attenti di Gianenrico Zanardo, ex diesse ed ora marketing di Astoria che lo scoprì 15 anni fa. “Che emozione vedere Peter parlare da ex pro. Lo portai in Italia, a correre i mondiali di ciclocross a Le Bandie da junior nel 2008. Poi lo piazzai a casa di alcuni corridori trevigiani, come dall’Antonia e Mauro Da Dalto facendogli indossare la maglia della Marchiol da dilettante e poi in Liquigas. Guardarlo e sapere che carriera ha fatto mi da tanta fiducia nei nostri giovani che stanno crescendo”.