Integratori per combattere il declino cognitivo: possono essere utili? Sono molti gli anziani, infatti, che soffrono di demenza, soprattutto nella sua forma più comune, il morbo d’Alzheimer.

Un nuovo studio ha analizzato l’efficacia dei probiotici nel mantenere in forma il cervello e diminuire il rischio di demenza.

Integratori e demenza: il legame

Non è un segreto che ci sia un profondo legame tra intestino e cervello: quando la flora batterica è in salute l’organismo trae benefici anche a livello cerebrale.

A tal proposito, è stato condotto uno studio ad hoc da un team di ricercatori dell’Università di Reading (nel Regno Unito), pubblicato su Neuroscience & Biobehavioral Reviews. La ricerca ha preso in considerazione 30 studi già effettuati per individuare un nesso tra l’assunzione di probiotici e un miglioramento delle funzioni cognitive.

I risultati

Ciò che è emerso è davvero molto interessante: le analisi effettuate su neonati e bambini non hanno evidenziato particolari benefici di un’integratore probiotico sull’attività cerebrale.

Di contro, negli adulti affetti da altre patologie (come l’HIV, la cirrosi epatica e la fibromialgia) si è verificato un significativo miglioramento nell’attenzione, nella memoria e nella velocità di elaborazione. E anche negli anziani ci sono state evidenze importanti.

Inoltre, alcuni studi hanno mostrato una migliore funzionalità cerebrale nei soggetti affetti da lieve declino cognitivo. Altre ricerche, invece, hanno coinvolto persone con Alzheimer, ottenendo buoni risultati con un’integrazione di probiotici.

Tuttavia, non sono mancate anche le evidenze contrarie: diversi esperimenti, infatti, hanno riscontrato in questi integratori un’efficacia pari al placebo. Se per il momento i risultati non sono sufficienti a tirare delle conclusioni precise, è però evidente che il nesso intestino-cervello vada analizzato più a fondo. È da qui che si potrebbero trovare nuove strategie terapeutiche per combattere la demenza e il morbo d’Alzheimer.