La Fondazione Teatro La Fenice torna alla sua programmazione lirica in forma tradizionale, «con quel pizzico di orgoglio di chi – per citare le parole di Fortunato Ortombina, sovrintendente e direttore artistico della Fondazione lirico-sinfonica – in questi  mesi di gravi difficoltà, è riuscito a sfruttare al meglio le proprie risorse per continuare a produrre e diffondere musica e cultura. La Fenice, in questo delicatissimo periodo, non si è infatti mai fermata, trasformando le ‘limitazioni’ imposte dell’emergenza epidemiologica in occasioni per riconsiderare se stessa e le sue possibilità artistiche”.  «Il teatro è vivo – continua Ortombina – e deve essere un punto di riferimento per la comunità che ha intorno. La gente deve poter continuare a venire a teatro: insomma, nonostante la situazione critica non ci diamo per vinti, c’è e ci sarà sempre qualcosa da vedere alla Fenice».

A riprova di tale atteggiamento propositivo, basta ricordare le tappe più significative di questo particolarissimo percorso, caratterizzato da spettacoli, concerti e messinscene ‘straordinarie’, sempre contraddistinte dal pieno rispetto delle norme anti-Covid-19 ma anche da una nuova e potente creatività. Nel mese di giugno, il Teatro veneziano ha offerto diversi concerti in streaming trasmessi gratuitamente sul suo seguitissimo canale YouTube e diffusi tramite social network per i numerosissimi follower di tutto il mondo. Nel mese di luglio e agosto sono stati proposti alcuni concerti cameristici e con formazioni di piccole dimensioni, con pubblico ridotto e l’installazione dell’ormai celebre ‘arca’ sulla scena per garantire il distanziamento sociale sia tra gli spettatori sia tra gli artisti. E ancora nel periodo estivo va ricordato l’allestimento di un’opera che ha permesso al Teatro di conquistare un piccolo ‘primato’ rispetto alle altre fondazioni lirico-sinfoniche della penisola: la Fenice è stata la prima ad allestire uno spettacolo lirico al chiuso alle condizioni imposte dal protocollo anti Covid. Non appena si è potuto, la Fenice con le sue masse artistiche è inoltre stata protagonista di un grande concerto all’aperto, in Piazza San Marco, e successivamente è tornata a offrire opere liriche in forma semiscenica di nuovo al chiuso: si è potuto tornare ad ascoltare La traviataIl trovatore di Giuseppe Verdi, ma anche Roberto Devereux di Gaetano Donizetti.

Il Teatro veneziano torna a proporre al suo pubblico spettacoli lirici in forma scenica tradizionale: al Teatro Malibran, proporrà un dittico di titoli completamente inediti per i palcoscenici veneziani, vale a dire Prima la musica e poi le parole di Antonio Salieri e Der Schauspieldirektor(L’impresario teatrale) di Wolfgang Amadeus Mozart. Si tratta di un nuovo allestimento realizzato dalla Fondazione Teatro La Fenice nell’ambito dell’ormai collaudata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti, con la regia di Italo Nunziata e la direzione musicale di Federico Maria Sardelli. Lo spettacolo è già andato in scena e lo sarà ancora il  15, 17 e 20 ottobre 2020.

Nel cast di Prima la musica e poi le parole figurano Szymon Chojnacki nel ruolo del maestro di cappella, Francesco Vultaggio in quello del poeta, Francesca Boncompagni in quello di donna Eleonora e Rocío Pérez in quello di Tonina. La compagnia di canto e recitazione del Schauspieldirektor è composta da Karl-Heinz Macek (Frank), Marco Ferraro (Eiler), Szymon Chojnacki (Buff), Francesco Bortolozzo (Herz), Michela Mocchiutti (madame Pfeil), Roberta Barbiero (madame Krone), Valeria de Santis (madame Vogelsang), Rocío Pérez (madame Herz), Francesca Boncompagni (madmoiselle Silberklang), Valentino Buzza (Vogelsang). Maestro al clavicembalo Roberta Paroletti.