E’ sempre più difficile per un artigiano, un commerciante, un imprenditore accedere a mutui e fidi nelle banche. Ma per i profughi e favorire la loro accoglienza pare non sia così. I profughi sarebbero un affare d’oro persino per le banche. Perché, se non arrivano in tempo i soldi dallo Stato alle cooperative che gestiscono l’accoglienza, le coop stesse sono costrette a chiedere fidi bancari per poter gestire l’accoglienza stessa. Da gennaio nella Marca i profughi sono costati 13 milioni, ma i pagamenti dallo Stato sono fermi al 2016.

Le persone accolte, tra richiedenti asilo in qualità di profughi fuggiti dalle guerre e profughi economici a inizio anno, ovvero a gennaio, risultavano poco più di 2.300. Ad oggi sono diventati oltre 2.700 oggi. I richiedenti asilo accolti nella provincia di Treviso aumentano a dismisura, tanto da costringere il Prefetto a richiedere il blocco degli arrivi. E per ogni migranti ospitato c’è un ovvio costo in più. Da gennaio ad oggi tra convenzioni, contratti, affidamenti diretti a onlus e società private l’accoglienza la Prefettura di Treviso ha pagato la bellezza di 13.119.310 euro.

Un patrimonio destinato anche a raddoppiare di qui a fine anno, a meno che appunto non si riesca a bloccare gli arrivi. A pagare è lo Stato, in parte con i soldi di tutti noi, in parte con quelli che arrivano dall’Europa. A incassare sono le società e i privati che si sono gettati nel business dell’accoglienza, ma non solo loro. A guadagnare dall’emergenza immigrazione sono anche gli istituti di credito. Lo fanno in silenzio, e soprattutto grazie alle mancanze dello Stato stesso. Basti pensare infatti che dei 13 milioni di pagamenti messi nero su bianco dalla prefettura a vantaggio dei venti gestori principali non è stato pagato pressoché nulla. I soldi arriveranno, ma in questo lunghissimo limbo alla voce “pagherò” il sistema si regge perché qualcuno, intanto, anticipa. E quel qualcuno sono proprio gli istituti di credito. Certi che prima o poi i soldi del Governo arriveranno, sono loro infatti ad anticipare a Coop, onlus e privati gran parte dei capitali per pagare il cibo dei migranti, il pocket money (la diaria data a ciascun richiedente asilo ospitato nelle strutture), le spese delle bollette e quant’altro; guadagnando sugli interessi dei finanziamenti concessi. Soffrono che i grandi gestori come Nova Facility, che tra caserma Serena e Caserma Zanusso dovrebbe incassare 5,4 milioni per questi sette mesi di lavoro ed è in attesa di saldi da gennaio. Il caso Treviso è emblematico: lo Stato ad oggi ha pagato solo 240 mila euro sul milione previsto per un anno e mezzo di accoglienza a partire dallo scorso luglio. E l’ha fatto a dicembre 2016. Per il 2017 ancora tutto da contabilizzare.