Secondo i Pm i lavori sono stati eseguiti da una società vicina ai Casalesi

L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che la scorsa settimana ha portato a nove arresti con accuse che variano dalla corruzione alla turbativa d’asta con l’aggravante di aver agevolato il clan dei Casalesi, accende un faro su possibili infiltrazioni anche in alcune grandi opere del Veneto: in particolare il Passante di Mestre e le bonifiche nell’area del Petrolchimico di Marghera. Perno di quell’indagine è la società “Lande Srl” con sede a Napoli, in passato già coinvolta in diverse altre indagini: da quella sulla “cricca” di Balducci all’Alta velocità tra Liguria e Piemonte, dagli scavi di Pompei fino all’inchiesta che ha travolto anche il presidente del Pd campano, Stefano Graziano.

La storia
Fino a luglio 2015 “Lande srl” (290 addetti per ricavi che a dicembre 2014 superavano i 27 milioni di euro) è stata amministrata dall’imprenditore Marco Cascella, poi allontanato dall’azienda che contestualmente ha cambiato anche ragione sociale, in seguito a un’inchiesta sugli scavi di Pompei: anche in quel caso l’imprenditore era accusato di corruzione e turbativa d’asta aggravata dal metodo camorristico per aver favorito il clan guidato da Michele Zagaria. Nei giorni scorsi l’imprenditore, agli arresti domiciliari, ha respinto tutte le accuse davanti al gip.
L’azienda “Lande srl” era nata a novembre 2009 inglobando attività, risorse e organizzazione di un’altra società, la “Giardini e Paesaggi sas”. Ed è quest’ultima ad entrare, pochi mesi prima del cambio di nome, nella grande opera per eccellenza dell’epoca galaniana: il Passante di Mestre. O meglio: nelle opere di mitigazione ambientale della grande arteria costata oltre un miliardo di euro. Nel 2009 il general contractor aveva dato infatti il via all’operazione “Passante verde”, 30 chilometri per attenuare l’impatto ambientale e migliorare l’inserimento dell’autostrada nel contesto territoriale.
Un’idea della Coldiretti, pensata e voluta come contributo al paesaggio subito accettata dalla Regione, tanto da essere inaugurata dal tandem Galan-Chisso. La spesa preventivata era di 27 milioni di euro (7 milioni di euro con il progetto definitivo del Passante stesso; altri 20 milioni nell’ambito dell’accordo quadro sulle infrastrutture Galan-Prodi), oltre a 2 milioni di euro annui per la manutenzione. La progettazione esecutiva, coordinata dal general contractor, era stata realizzata dallo studio Metroplan e proprio dalla società “Giardini e Paesaggi”. Quest’ultima, si legge nel sito aziendale, ha poi lavorato fino al 2015 sulle aree di Vetrego, Mirano, Spinea, Martellago e Campocroce. A seguire la progettazione del “Passante verde” c’era Giuseppe Fasiol, dirigente della Regione Veneto poi finito in manette e rilasciato nella retata per lo scandalo del Mose. Il “Passante verde” non ebbe mai vita semplice e da anni gli ambientalisti lamentano la pessima qualità dei lavori.

Considerazioni
Se è vero che a inizio 2009 nessuno poteva sospettare alcunché, un campanello d’allarme doveva suonare a inizio 2010, quando un’interrogazione parlamentare fece emergere le prime rivelazioni sulla “Giardini e Paesaggi”. Elio Lanutti dell’Italia dei Valori rese pubblica un’informativa del Ros dei carabinieri che stava indagando sulla cricca che puntava agli appalti post terremoto all’Aquila. Qui si affermava che il consorzio “Stabile Novus”, attraverso la “Giardini e Paesaggi”, si era aggiudicato la sistemazione delle aree verdi in occasione del G8. Secondo i carabinieri il regista occulto di quel consorzio era Antonio Di Nardo, “uomo che ha avuto rapporti di affari con Carmine Diana, legato a Francesco Bidognetti del clan dei Casalesi”.
Ed è proprio in questa fase, e forse proprio a causa delle indagini che si stavano concentrando sulla “Giardini e Paesaggi”, che la società cambia nome e diventa Lande Srl. Guidata sempre da Marco Cascella, continua a conquistare appalti in tutta Italia: Pompei, l’Expo, l’ex-Villa Borbonica di Portici, il Mattatoio di Roma. Per finire con il monitoraggio ambientale per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina e alcuni lavori in subappalto della Tav.
E in Veneto la società conquista un altro importante e ricco lavoro: nel 2012 “Lande” entra nel ricco business delle bonifiche a Marghera. Committenti Versalis e Syndial (gruppo Eni), la società sta eseguendo interventi di bonifica dei terreni insaturi nelle aree interne al Petrolchimico, lotti 1 e 2. Si tratta di una parte dei 110 ettari che Syndial si sta apprestando a trasferire a Comune e Regione divisi in due lotti: 50 sono del lotto A, tutte aree con progetti di bonifica già approvati e costi definiti; gli altri 60 fanno parte del lotto B e sono stati solo messi in sicurezza, nel senso che sono stati isolati dal resto dei terreni e dalla laguna. «Tutte le aziende che entrano nei lavori per le bonifiche a Marghera devono essere monitorate con particolare attenzione.

La rivolta
Da mesi il Movimento 5 Stelle sta incalzando il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini. «Lande ha vinto numerosi appalti da parte del ministero dei Beni Culturali», hanno spiegato i parlamentari del M5s in commissione Cultura, «Chiederemo a Franceschini che gli appalti della Lande vengano sottoposti a controlli ministeriali entro tempi brevissimi e all’Anac di valutare l’applicazione di misure straordinarie, che prevedono la facoltà di proporre al prefetto la sostituzione degli organi sociali o il commissariamento dell’azienda». «Conosco bene questo caso, ma senza un’interdittiva del prefetto non si poteva fare nulla. Ora con l’ordinanza della Dda cambia tutto», ha risposto Raffaele Cantone. E qualcosa potrebbe quindi accadere anche in Veneto.

Gian Nicola Pittalis

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