Una camera delle mamme nutrici a Mirano
Una camera delle mamme nutrici a Mirano
A Mirano sono nate le camere delle mamme nutrici, la nuova avanguardia di Pediatria
Sono le prime della provincia di Venezia, nuovi anche gli ambulatori bimbi Covid, i decori a mano degli infermieri e il videotur che mostra le eccellenze del reparto miranese

Le camere delle mamme nutrici

Il neonato è ricoverato in un lettino di terapia intensiva, ma oltre la parete della sua stanza di degenza la mamma ha una camera tutta sua e non lo perde mai di vista, in attesa di stringerlo a sé ai primi segni di miglioramento. Succede per la prima volta all’ospedale di Mirano.
Le due stanze delle mamme nutrici, o camere family care, sono le prime della provincia di Venezia. Sono nate e già attive nel cuore della Pediatria miranese. Nei paesi anglosassoni le chiamano single family room. A osservarle da dentro sembrano accoglienti stanze d’albergo a misura di bebè: una scrivania, una sedia ergonomica per l’allattamento, un maxi fasciatoio, le foto artistiche dei neonati appese alle pareti verdi e lillà e i pannellini con le indicazioni fotografiche per la cura del neonato, oltre a letto, comodino e armadio.
Sono dotate di tutti i comfort necessari alla permanenza notturna e diurna della mamma. E sono attive non solo per i neonati dell’Ulss 3 Serenissima, ma anche per i piccoli nati prematuri oltre il territorio dell’Azienda sanitaria (e della nostra regione): una volta ricevute le cure più intensive e definiti fuori pericolo dagli ospedali che ne hanno gestito la fase acuta, i neonati possono essere accolti nelle stanze delle mamme nutrici con la loro mamma ed essere assistiti fino alle dimissioni.
“Medici e personale del reparto di Pediatria, Neonatologia e Patologia Neonatale miranese accompagnano madre e bambino nel percorso di accudimento  del neonato in un contesto familiare, per permettere quella vicinanza che non è stata possibile alla nascita e facilitare il rientro a casa – ricorda Anna Licursi, facente funzione del reparto di Pediatria dell’ospedale di Mirano -. Da qualche mese abbiamo allestito queste due stanze . In queste camere “family care” la mamma che ha il bimbo ricoverato può stargli vicino durante le terapie. E qualora il bambino sia in grado di farlo, passerà la maggior parte del tempo nella stanza della mamma nutrice fino alle sue dimissioni, favorendo il miglioramento dell’accudimento e dell’eventuale allattamento al seno”.
“Le due stanze delle mamme nutrici raccontano quanto è importante per l’Azienda sanitaria veneziana l’attenzione al legame tra madre e bambino – spiega il direttore generale dell’Ulss 3 Serenissima Giuseppe Dal Ben -. La terapia non basta, è necessario un approccio alla totalità della persona, compresi i suoi legami affettivi, perché la cura sia sempre più efficace. Ancor di più se l’ammalato è un bambino. Questo avviene in continuità con l’attenzione dell’Ulss 3 ai primissimi giorni di vita del neonato e alla promozione dell’allattamento al seno, un’attenzione che, ad esempio, ha permesso all’ospedale hub dell’Azienda sanitaria di essere uno dei pochi riconosciuto ‘Ospedale amico dei bambini’ dall’Unicef”.

I decori a mano dalle tasche di pediatri e infermieri
Proprio per questo i sanitari del reparto hanno deciso di regalare ai piccoli pazienti un clima di gioco e leggerezza, occupandosi della loro salute e serenità a tutto tondo: si sono autotassati, hanno acquistato colori, decorazioni, stikers e applicazioni, per settimane sono rimasti a turno in reparto oltre il proprio orario di lavoro e hanno animato con disegni di ogni tipo corridoi, ambulatori, porte e sale d’attesa del reparto di Patologia neonatale miranese, giocattoli compresi. “C’è chi di noi ci ha lavorato nei tempi morti, chi è venuto qui da casa nei giorni liberi, chi si è fermato qui a disegnare i muri, chi a decorare i bordi e le porte” racconta Licursi.

Gli ambulatori pediatrici Covid a prova di igienizzazione immediata
In reparto hanno fatto il loro ingresso anche gli ambulatori Covid. Sono essenziali, dalle linee pulite e facilmente igienizzabili immediatamente dopo il loro utilizzo. Quando arriva un bimbo con una sintomatologia sospetta, viene visitato in questi due ambulatori, collocati in un’area del reparto isolata, per evitare il contatto con altri pazienti.

Un videotour al reparto di Patologia neonatale per mamme e bambini ai tempi del Covid
Le stanze delle mamme nutrici, gli ambulatori Covid e le decine e decine di disegni fanno capolino anche nel videotour di presentazione del reparto (riprese e montaggio di Simone Negri).
Lo hanno ideato gli specialisti di Pediatria, Neonatologia e Patologia neonatale, perché gli incontri di preparazione al parto e le visite di conoscenza degli ambienti per mamme e gestanti sono sospese, come da normativa anti Coronavirus. “E allora questo video diventa uno sguardo privilegiato alla nostra unità operativa, che mostra il nostro lavoro, i nostri luoghi e le nostre prestazioni sanitarie” spiega Licursi.
La pediatra Anna Tramarin accompagna virtualmente tutti gli utenti nel corso degi otto minuti di video: si snoda verso l’ambulatorio dei neonati, l’ambulatorio per le visite in arrivo dal pronto soccorso, gli ambulatori specialistici per le visite pediatriche, nefrologiche, cardiologiche, allergologiche, endocrinologiche ed ecografiche, per le stanze di degenza dei ricoveri brevi e per la Patologia neonatale. In quest’ultima si tengono i bimbi che hanno bisogno di terapie specifiche e specialistiche, come il supporto alla respirazione, le terapie farmacologiche e quelle antobiotiche. Si tratta di una terapia intensiva di nuova generazione, indipendente dal resto del reparto.
La dottoressa svela poi gli ambienti delle sale parto e travaglio e quelli del reparto di assistenza neonatale: la sala con il lettino rianimatore, la sala del primo bagnetto, quella di visite e screening neonatali, la sala di supporto per l’allattamento e le stanze per il cambio autonomo, o assistito, del neonato da parte di mamma e papà.
“Ci siamo organizzati al meglio in questo periodo – dice Tramarin – per mantenere le distanze sociali ed evitare il più possibile i contagi”.