E’ solo uno dei segreti di Mezzano, incantevole borgo dalle strade “parlanti”

Meraviglia. Come ciò che è stupendo, bellissimo. In latino si diceva ”admiror”. E il senso vero di meraviglia è proprio in quel mirare, guardare, osservare con stupore. Due passi quassù, in questo fazzoletto di vecchie case raggomitolato sulla montagna. E si torna con questo regalo: l’arte di meravigliarsi.

Si entra a Mezzano (Tn) in punta di piedi. Come per non disturbare. In questo tiepido pomeriggio di autunno le case sonnecchiano strette l’una all’altra. Un gatto si scalda al sole sopra un davanzale. Un sonaglio appeso sotto il ballatoio fischia mosso dal vento. Una vecchina sorride con dolcezza.

E’ romantica Mezzano – così è stata battezzata in omaggio alle atmosfere che a luglio la animano con due mesi di eventi musicali e culturali – ed è soprattutto dolce in questo saliscendi di stradine che si addentrano in un abitato montano rimasto pressoché intatto, tra case in pietra, stalle, fienili, fontane, piccoli orti, piazzette e “lisiere” (fontane per lavare). Dolci sono questi sguardi che ci accolgono, pieni di ospitalità e cordialità, e anche di orgoglio per quello che qui custodiscono. Quei tesori che ci hanno portato a curiosare fin quassù. Le cataste degli artisti.

 

Cataste Artistiche(2)

NASCOSTI TRA I VICOLI E GLI ANDRONI VOLTI, DISEGNI, STORIE FANTASIOSE E COLORATE

Si chiama “Cataste e Canzei” (canzei in dialetto locale significa “catasta”,) ed è l’omaggio che alcuni anni fa questo piccolo borgo ha deciso di fare a una delle sue tradizioni più antiche: il legno.

Tutti quei ciocchi e tasselli impilati accanto alle case ad attendere il fuoco che serviva a riscaldare i freddi inverni montani sono diventati anno dopo anno le forme e i colori di affascinanti opere d’arte. Una collezione open air – 25 installazioni-  che ha trasformato questo borgo in un originalissimo museo a cielo aperto.

Le si incontra ad ogni angolo: nei vicoli, sotto gli androni, nelle piazze, nascoste nei ballatoi, nei cortili . Volti, alberi, frutti, segni. Colorate, gigantesche e fantasiose, coinvolgono con le loro storie e i loro sensi, e passeggiare diventa un continuo  sbirciare, indagare, scovare, alla ricerca della prossima spettacolare figura.

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IL PAESE PARLANTE: LE STORIE / PERCORSI DI ACQUA, ARCHITETTURA, ORTI, ISCRIZIONI E AFFRESCHI.

E’ così Mezzano. Una scoperta continua. Un piccolo borgo di segreti che è bello trovare decifrare, capire, perche sono la testimonianza delle memorie, della cultura e delle tradizioni di queste genti. E’ come se attraverso le strade, i muri, i vicoli, il tempo e il passato parlassero in qualche modo ancora, restituendoci un senso di vita.

Ed erano così vive e belle queste storie che qualcuno quassù ha pensato di trasformarle in ben cinque itinerari tematici raggruppati sotto il nome di “Segni sparsi del rurale”

Architettura, acqua, orti, affreschi e iscrizioni.

Architettura: è davvero una passeggiata nel tempo Mezzano, tra vecchie casine con murature in pietra a vista, legno e qualche fregio ad impreziosire la facciata. Fuori i grandi ballatoi esterni. E poi pile e pile di scale, poste sempre all’esterno, negli anditi privati, per non “sprecare” il limitato spazio interno.

Acqua: da bere, per lavare, per irrigare i campi, per azionare ‘macchine ad acqua’, mulini, fucine, segherie. E’ una passeggiata che segue lo scroscio frizzante delle fontane, ben 5 nel solo centro storico, la cui manutenzione era tenuta in tale considerazione da necessitare di una persona costantemente dedicata: il fontanaro. E poi le “lisiere”, dove si lavava il bucato, con tanto olio di gomito e la cenere come sgrassante.

Gli orti: Mezzano conta circa 400 orti, uno ogni sei abitanti.L’abitato è cresciuto nel tempo secondo una regola chiara: preservare il più possibile il soleggiamento degli orti, dislocando gli edifici a monte. Ecco perché sono così ben visibili, oltre che belli e ben curati.Ortaggi, alberi da frutta, qualche vite, mais, fagioli e patate. Ma anche fiori. Di innumerevoli specie e varietà, superano la metà del totale delle piante e trasformano gli orti di Mezzano in autentici orti-giardino dove si leggono storie di famiglie, massaie, di rapporti tra vicinati, ma anche di biodiversità di alimenti, di bellezza e piacere di vivere.

Vicolo dopo vicolo, una passeggiata a Mezzano può trasformarsi anche in una caccia ai tesori: gli affreschi e le iscrizioni. La maggior parte dei dipinti possono essere ammirati lungo le direttrici principali che venivano percorse in passato dalle processioni religiose comunitarie e sono dunque a tema religioso.

Assieme ad altarini, nicchie con statue, piccole ancone e crocefissi, sono testimonianza di una spiritualità privata e spontanea, non imposte, cioè, dall’autorità ecclesiastica.

L’ abitato storico cela poi un ricchissimo repertorio di iscrizioni: travi di colmo, murature, architravi, sono diventate i supporti della manifestazione di una cultura popolare spontanea, più o meno colta. Lapidette toponomastiche, insegne, numeri civici, segni di direzione e poi scritture religiose e laiche, lapidi commemorative. Molto diffusi i “millesimi“, scritture tradizionali incise sulla parte sporgente delle travi lignee di colmo degli edifici o dipinte sulle facciate principali (generalmente rivolti verso valle): pare che non avessero solo valore comunicativo e commemorativo (ad indicare  ad esempio una committenza e anno di completamento dell’opera), ma anche un significato magico-religioso: la virtù di proteggere casa e abitanti da possibili eventi negativi.

DI BELLEZZE IN BONTA’. TOSELA, MORTANDELA E BIRRA BIO.

Una sosta su una panchina a guardare la vallata. E a inspirare il profumo dell’aria di montagna che si unisce a quello dell’erba appena tagliata. E poi perché non provare ad assaggiarla questa sensazione? Mezzano è di nuovo sorpresa. Di nuovo scrigno di inaspettati tesori. Scendete giù, in direzione Fiera di Primiero, appena fuori dall’abitato storico. Proprio sulla strada si affaccia il negozio del Caseificio Primiero (www.caseificioprimiero.com). Riduttivo chiamarla “latteria”. Perché questa è una cooperativa di allevatori che si è data come scopo non solo la produzione di prodotti di qualità ma anche la salvaguardia del territorio montano. Non a caso gestisce direttamente 5 malghe con alpeggio, 3 per l’allevamento di vacche da latte, 2 per il bestiame “asciutto”. Qui tra i freschi c’è il prodotto caseario simbolo di queste parti: la Tosèla di Primiero, una cagliata ottenuta da latte appena munto che conserva l’aroma delle piante medicinali dei pascoli alpini.

Ecco. Quando vi diciamo “assaggiate”.

Cataste Artistiche(6)

Tagliata a fette spesse un dito, la tosèla viene rosolata nel burro, dorata da entrambi i lati e poi servita calda insieme a polenta, funghi e salsiccia. Se arrivate invece quassù di buon mattino, d’obbligo una fetta di pane con Botìro di Malga di Primiero, burro da panna cruda non pastorizzata rigorosamente di malga, oggi presidio Slow Food. Ottima anche la ricotta, fresca o affumicata, su gnocchi e canederli. E poi perché non provare una fetta di mortandela?

Altra tradizione, altra specialità.Da non confondere con la mortadella, la mortandela è un salume tipico di Trentino e Alto Adige, a pasta di suino non insaccata: la carne una volta macinata viene infarinata con farina di mais o crusca e lavorata facendole assumere la forma di una polpetta schiacciata. Può essere aromatizzata col ginepro nella versione classica, oppure con pepe, peperoncino, prugna e funghi porcini locali. E’ ottima affettata al momento e servita con pane al finocchio o bianco.

Qui la gustosa mortandela porta la firma di Bonat (www.macelleriabonat.com), la storica macelleria del paese. Una produzione attenta, sapiente, scrupolosa: degli animali si conosce tutto (provenienza, allevamento e alimentazione), arrivano qui interi, appena macellati, senza transitare in celle altrui; e per custodire il sapore delle loro carni si usa il sale integrale dell’Himalaya, i cui grani rosa sono rigorosamente macinati a pietra per mantenerne inalterato il Ph.

Infine c’è la giovane BioNoc, la birra artigianale del Primiero (www.birrificiobionoc.com). Sono due giovani i pionieri e si fanno chiamare “i fondamentalisti della birra” perché la loro filosofia è di produrla così, come è nata, senza coloranti né conservanti, non filtrando e non pastorizzando per conservare intatte tutte le proprietà organolettiche. Risultato? Un prodotto dove di nuovo si ritrova questa terra,  con quelle note floreali ed erbacee così distinte, che fanno pensare subito a questi pascoli.

 

DOVE SOGGIORNARE. HOTEL SALGETTI, IL TRE STELLE CHE VALE QUATTRO.

Per visitare Mezzano potete soggiornare direttamente nel paese, oppure nei dintorni (come Fiera di Primiero e San Martino di CastrOzza). Noi abbiamo scelto il paese. Così ci siamo sentiti ancora più parte di questo posto affascinante (e cosa non da meno, ci siamo svegliati a suon di campanacci dei pascoli…)

L’ Hotel Salgetti è un tre stelle, sulla carta. Semplice, accogliente, con tutti i comfort. Ottimo nella cucina – che vi suggeriamo, essendo anche ristorante – dove irrinunciabile è l’assaggio della saporita tradizione di queste valli  – dai formaggi ai alle carni, dai funghi alle zuppe, i canederli, gli strozzapreti e i golosissimi strudel – che vi riempirà – e in abbondanza – i piatti. La stella che sulla carta non c’è la assegniamo noi: per l’ospitalità. Per il “sentimento” di questa famiglia che – ci raccontano – da trent’anni si appassiona alla gestione di questa struttura. Si sente questo amore nell’Hotel Salgetti. Lo si vede nei piccoli dettagli, nelle premure verso gli ospiti, soprattutto i più piccoli. Quando si intrattiene un bambino con un gioco alla reception. Quando si chiede più volte se tutto è a posto. Quando si perde del tempo a raccontare di sé e del paese. Questo è il vero “di più” di un hotel. La gentilezza e l’amabilità della sigora Delia e dei suoi figli. Eccola la quarta stella. Un po’ stella e tanto cuore.

www.mezzanoromantica.it

www.hotelsalgetti.it