L’orticaria è un’eruzione cutanea che si manifesta con la comparsa di bolle sul corpo: lesioni rosse, fastidiose e pruriginose. In forma acuta, questo disturbo ha una durata contenuta (di solito inferiore alle sei settimane), tuttavia i sintomi possono persistere più a lungo e diventare cronici.

Le cause scatenanti possono essere molteplici: reazioni allergiche, infezioni, punture di insetto, patologie particolari o stress. Spesso questa eruzione non necessita di trattamenti specifici, tuttavia se la sintomatologia tende a perdurare nel tempo, non regredisce o diventa invalidante è sempre bene consultare il proprio medico per un consulto professionale.

Orticaria da stress: che cos’è

L’orticaria da stress è di fatto un disturbo psicosomatico e si manifesta attraverso dei caratteristici ponfi pruriginosi causati da un eccesso di istamina nell’organismo.

Parliamo di un composto azotato che solitamente viene rilasciato quando si viene a contatto con determinate sostanze che causano reazioni allergiche, ma che viene prodotto in quantità massiccia anche in situazioni di forte stress.

I fattori scatenanti

I fattori scatenanti associati a questa particolare forma di orticaria sono molti come, ad esempio, lutti, conflitti, problemi finanziari, perdita del lavoro o gravi malattie.

Tuttavia, è bene tenere presente che determinate situazioni positive in alcuni casi possono comunque incidere negativamente sul disturbo. Come organizzare un matrimonio o un evento, impegnarsi per una promozione lavorativa, andare in ferie o gestire un trasloco.

I cibi da evitare

Curare l’alimentazione è un primo passo concreto per alleviare (almeno in parte) i sintomi dell’orticaria. In presenza di eruzioni cutanee, infatti, è bene evitare cibi che contengono istamina così da non aggravare il disturbo.

Nel concreto, dunque, si deve limitare il consumo di alimenti fermentati, alcolici, cioccolato, prodotti lavorati, insaccati e cibi a lunga conservazione.

L’interpretazione psicosomatica

La pelle delinea e limita i confini del corpo, in senso materiale e psicologico. In chiave metaforica, dunque, si configura come una sorta di barriera tra la persona e il mondo, tra la sfera intima/privata e quella pubblica.

Uno sfogo cutaneo, quindi, talvolta può essere una manifestazione psicosomatica di disagio, laddove tutto ciò che è “fuori” ed esterno viene percepito inconsciamente come potenzialmente minaccioso, pericoloso o opprimente.