Quando si può parlare di pressione bassa? Partiamo da una premessa: la pressione sistolica e quella diastolica fanno riferimento alla fase di contrazione e alla seguente fase di rilassamento del ventricolo cardiaco.

Inoltre, è bene tenere presente che la pressione arteriosa può essere influenzata da molteplici fattori (come, ad esempio, l’età o il sesso) e che può subire svariate oscillazioni più o meno importanti nell’arco della giornata.

Pressione bassa: i valori

I valori di pressione arteriosa ottimali sono tendenzialmente compresi tra 120/80 mmHg, dove il primo valore indica la pressione arteriosa sistolica (o massima), mentre il secondo si riferisce alla pressione arteriosa diastolica (o minima).

In chi soffre di ipotensione (o pressione bassa), invece, i valori di pressione arteriosa sistolica sono uguali o inferiori a 90 mmHg, mentre quelli di pressione arteriosa diastolica sono uguali o inferiori a 60 mmHg.

I rischi per la salute

Partiamo da una premessa: la pressione bassa di per sé non è una patologia e non deve destare particolare preoccupazione. Tuttavia, nei casi più seri ed importanti può comportare complicazioni anche gravi, come ad esempio un possibile collasso circolatorio.

Inoltre, se il fenomeno è invalidante o prolungato nel tempo, l’ipotensione può essere un “campanello d’allarme” e per questo non deve essere sottovalutata. Questo disturbo, infatti, può sottendere malattie croniche, scompensi ormonali, infezioni acute o anemia.

L’importanza dell’alimentazione

L’alimentazione gioca un ruolo centrale se si soffre di ipotensione: per alzare leggermente la pressione, infatti, è importante idratare l’organismo e scegliere attentamente cosa consumare ogni giorno.

Via libera a frutta e verdura di stagione, frutta secca, integratori salini, carboidrati integrali e cibi proteici poveri di grassi e facilmente digeribili. Infine, ben vengano anche caffè e liquirizia che, assunti nelle giuste quantità, permettono di innalzare i valori naturalmente.