L’espressione cuore “spezzato” è comunemente usata in riferimento ad una delusione affettiva o amorosa e indica lo stato in cui si trova l’innamorato, sofferente e dolente per l’amore non ricambiato.

Ma questo modo di dire sembra avere delle basi scientifiche: secondo gli studiosi, infatti, il dolore di cuore non è una suggestione, bensì un qualcosa di reale.

Cuore “spezzato”: lo studio

Un team di ricercatori dell’Università della California ha scoperto che esiste un legame genetico tra il dolore che si prova concretamente, la sofferenza organica e quella psicologica della persona che viene rifiutata: la fine di una storia o di un rapporto amoroso o affettivo importante, infatti, può determinare un vero e proprio dolore fisico, che la persona riesce ad avvertire.

Il gene coinvolto nella reazione è l’OPRM 1: un recettore che regola il dolore nel corpo nei legami amorosi, parentali e affettivi indiretti (cioè sentimentali non geneticamente determinati).

L’attività del gene determina la sofferenza nella persona e il rifiuto sociale causa un’alterazione dell’attività del gene, che a sua volta è condizionata dalla sua predisposizione naturale a regolare il dolore nel corpo. In altri termini: alcune persone sono più sensibili di altre non solo in base al loro vissuto, ma anche a seconda della predisposizione genetica.

Inoltre, in alcuni individui può essere presente una forma rara del gene che di fatto può determinare una maggiore sensibilità anche al rifiuto sociale: questi soggetti, dunque, sono maggiormente predisposte alla sofferenza causata dal rifiuto amoroso e sociale.