Alla viglia del match in casa del Sassuolo, ecco le dichiarazioni dell’allenatore del Venezia FC, Paolo Zanetti.
Innanzitutto Mister: di sicuro Johnsen non sarà della partita, dovendo osservare un periodo di recupero di tre settimane.
“Ovviamente mi dispiace averlo perso per queste partite. Va detto, però, che da un lato ce la siamo vista brutta, perché sembrava che vi fosse un interessamento ai tendini e in quel caso sarebbe stato fermo per 3-4 mesi. Fortunatamente non è così. Purtroppo però porto  altre brutte notizie: Vacca ha avuto uno stiramento al polpaccio e lo perdiamo per 3-4 partite; Aramu è a casa con la febbre , inoltre Heymans ha avuto un lutto familiare ed è volato in Belgio. Indubbiamente si tratta di assenze pesanti,  perché è inutile nasconderci: tra di loro ci sono i tre giocatori che stavano facendo meglio, i giocatori più importanti che hanno aspettato il loro turno, il loro momento, l’occasione per mettersi in mostra. Quindi io mi aspetto che anche chi scenderà in campo domani abbia questo spirito, per dimostrare che queste assenze pesano solo sulla carta e non sul campo”.
Avendo Vacca il ruolo di regista, la sua sostituzione non è semplice.
“Ho le idee chiare, è un tipo di partita particolare. Da un lato ho Busio che, in questo momento, si sta mettendo in luce come mezzala, oltretutto è incisivo perché sta giocando qualche metro più avanti, però non vuol dire che il play in caso di necessità non lo possa fare. Ci sono due play che hanno caratteristiche diverse; d’altro lato Ampadu, che può fare da diga in mezzo: è un ragazzo intelligente, può fare bene e permetterebbe di mettere due mezzali più di inserimento. L’alternativa è avere un play più di qualità, ma con scelte un po’ diverse per chi gli gira intorno”.
Chi potrebbe invece sostituire Johnsen? E che cosa pensa dei prossimi avversari del Sassuolo?
“Kiyine sarà della partita, e questo posso dirlo subito; poi, in quale posizione giocherà, lo scoprirete domani. Però gioca, come detto, ed è un ragazzo di grande talento, ha avuto alti e bassi come è normale che sia, si sta inserendo, ho grande fiducia in lui, può giocare interno ed esterno al campo, ha le capacità per sopperire alle assenze di Johnsen e di Aramu, anche se con caratteristiche differenti. Ma non va certo dimenticato Okereke, che è più vicino a Johnsen per caratteristiche, nonché Sigurdsson che è rientrato è può fare uno spezzone; poi c’è anche Forte che ha caratteristiche diverse ma può giocare. Come tipologia di caratteristiche, non ci mancano i giocatori; quando dico che bisogna andare a prendere dalle risorse del gruppo è proprio perché in questi momenti dobbiamo andare ad attingere a quella che è la nostra qualità; e tante volte lo faccio anche per scelta strategica, mentre ora lo faccio per forza di cose, anche se, sono sincero, l’ultima formazione mi era piaciuta veramente molto, veniamo da una partita straordinaria. Però quello che mi interessa è, a prescindere dall’avversario, chi saremo noi: non voglio vedere nessun tipo di appagamento, non voglio vedere nessun tipo di rilassatezza. Quindi, per quanto riguarda l’atteggiamento, non dobbiamo assolutamente sbagliare e non ci dobbiamo neppure rilassare, anzi: di notte dobbiamo dormire con un occhio aperto, perché sennò non ne saltiamo fuori: questo campionato è troppo duro, troppo difficile, quindi scrivetelo pure: io “martello” perché i miei ragazzi abbiano questa mentalità, solo così possiamo dare battaglia ad una squadra forte come il Sassuolo. Oggi abbiamo 8 punti, dobbiamo farne altri trenta, se pensiamo di non essere con l’acqua alla gola, poi si può vincere o perdere ma non dobbiamo assolutamente sbagliare. Quanto al Sassuolo: è una squadra fortissima, ha ampia scelta davanti e tanti giocatori di talento. E’ votato al calcio offensivo, De Zerbi ha dato un’impronta precisa e Dionisi, che conosciamo benissimo, la sta portando avanti. Ha tuttavia meno di quanto ha seminato, in classifica. Abbiamo gli stessi punti ma questo è un vanto per noi. Siamo lì con squadre che onestamente hanno qualcosa in più di noi, sicuramente sotto l’aspetto tecnico. Il Sassuolo ambisce a un campionato diverso: è vero che oggi ha i nostri stessi punti, ma non per questo si possono considerare una concorrente per la salvezza”.
Quanto vi ha dato, in termini di consapevolezza di voi, dei vostri mezzi, della vostra forza, la vittoria con la Fiorentina, che al di là del risultato che sappiamo essere legato spesso e volentieri agli episodi, vi ha visti protagonisti di una grande prestazione che vi ha consentito di vincere?
“Nel corso delle prime conferenze stampa, ricorderete che parlavamo dell’importanza del lavoro di squadra: è normale che assemblare una squadra praticamente da zero, per tanti motivi, ci vuole del tempo. Secondo me la cosa buona che abbiamo fatto è quella proprio di aver accorciato tutto questo tempo. In particolare, dall’amichevole di Brescia in poi è successo qualcosa, la squadra ha cambiato faccia e la consapevolezza secondo me l’abbiamo presa un pezzettino alla volta, già dal match contro il Torino. Già quell’occasione ci ha fatto capire che possiamo anche mettere in difficoltà certe squadre. Siamo cresciuti e il tutto è culminato nel successo contro una squadra molto forte, come la Fiorentina. Spero che questo dia grande consapevolezza ai ragazzi. Penso che abbiamo ancora margine di miglioramento, non siamo ancora al nostro massimo, anche perché purtroppo ci sono degli imprevisti, proprio come adesso: abbiamo trovato la quadra e perdiamo tre giocatori fondamentali. Questo fa capire l’importanza di far sentire tutti i giocatori importanti, domani in campo ce ne saranno giocoforza altri, ma i punti andranno fatti lo stesso. Adesso infatti dobbiamo continuare a fare dei punti importanti per il futuro”.
Viste le assenze, numerose e comunque importanti, su chi in particolare potrà invece contare?
“Haps ci ha tolto il pensiero sulla fascia sinistra, tuttavia arriva da tre mesi di inattività, sarà difficile vederlo in campo tutte e tre le partite in otto giorni. Per caratteristiche potrebbe essere una sorta di grimaldello: non ce lo vedo ma può giocare anche più alto, e a gara in corso può farlo. In questo momento l’ho messo terzino e aspettiamo quindi a spostarlo. Abbiamo Molinaro e Schnegg è in crescita, dovrà tenere alto il livello per giocare sempre. Inoltre per quanto riguarda la difesa abbiamo quattro giocatori straordinari, compreso Marco Modolo, che ha giocato di meno sinora. Anche Ampadu, però, come ho detto altre volte, può fare il difensore. Anche  Ebuehi è un giocatore tutto da scoprire. Henry invece è al 60-70% della forma e del rendimento, ma è sulla via di esplosione, mentre Sigurdsson dobbiamo ancora scoprirlo. Quanto invece a Peretz: non l’ho certo abbandonato, anzi, sono straconvinto delle sue qualità; per ora in partita non rende come in allenamento, tuttavia sono convinto che verrà fuori. Caldara? E’ un mio cruccio, lo vedo bene, ma Svoboda lo vedo superbene, anzi: credo proprio che, in questo momento, sia un elemento degno di una grande squadra. Va detto che Caldara è sempre pronto e sempre lì perché è veramente forte, ma è una cosa dettata dal momento, Svoboda ha avuto un’opportunità ed è stato bravo a sfruttarla. Martedì, comunque, giochiamo ancora,  e probabilmente Caldara avrà una chance e potrà sfruttarla, come accade nelle grandi squadre. La mia stima per lui è e rimane invariata, ma in questo momento Svoboda sta giocando a livelli incredibili ”.
Come valuta, invece, il suo livello di crescita come allenatore di massima serie?
“Il campionato di serie A ho dovuto studiarlo più nello specifico: chiaramente, ogni partita, ogni settimana che passa, serve anche a me di esperienza, e non solo per i giocatori. Mi metto sempre sullo stesso piano dei miei ragazzi, sia quando devo assumermi le mie responsabilità che quando posso prendermi meriti: la torta è ben divisa, io non sono niente senza di loro e loro sono poco senza di me, e se è così questo vuol dire che anche io do qualcosa. La parte più difficile è stata quella di creare alchimia, perché l’anno scorso è stato incredibile tra me e il gruppo che ha provato a fare una cosa di straordinario; quest’anno mi trovavo con 20 giocatori nuovi di altre lingue e nazionalità, e all’inizio è ovvio che ci sia stata qualche difficoltà. Le cose che abbiamo provato sono successe, siamo riusciti attraverso la strategia a sopperire al gap tecnico che c’è  rispetto alle altre compagini, la mia missione è quella, non posso metterla dal punto di vista della tecnica individuale, senza offesa per nessuno, ma dobbiamo essere consapevoli di questo. Però va detto che, ogni volta, nelle varie partite trovo dei sistemi di gioco diversi, con allenatori importanti. Io mi sto divertendo, questa è la verità. Sto vivendo un’esperienza straordinaria, non so come andrà a finire, ovviamente spero che andrà a finire come vogliamo tutti quanti noi. Inoltre la serie A non ha paragoni con niente, quindi dovremo fare di tutto per restare dentro. Lo stadio che ho visto lunedì scorso, contro la Fiorentina, è stato incredibile, c’era una magia fantastica, ma per avere una cornice meravigliosa non basta la struttura in sé, servono i tifosi e la risposta lunedì è stata straordinaria, siamo diventati un tutt’uno con la città”.