Il concetto di “sovranità alimentare” è stato coniato da “La Via Campesina”, un movimento belga fondato nel 1993 che riunisce “milioni di contadini, lavoratori senza terra, indigeni, pastori, pescatori, lavoratori agricoli migranti, piccoli e medi agricoltori, donne rurali e giovani di tutto il mondo”.

Oggi ne fanno parte oltre 180 organizzazioni da 81 Paesi, tra cui l’Associazione Rurale Italiana, l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica e l’Associazione Lavoratori Produttori Agroalimentari.

Sovranità alimentare: che cos’è

La sovranità alimentare può essere definita come «il diritto dei popoli ad avere un cibo sano e culturalmente adeguato, prodotto attraverso metodi ecologicamente sani e sostenibili e a definire i propri sistemi alimentari e agricoli». Il movimento dichiara sul proprio sito di voler combattere per i diritti dei contadini, la riforma agraria, la dignità dei migranti e l’agroecologia. E contro le multinazionali, il capitalismo, il patriarcato, l’Organizzazione Mondiale del Commercio.

I numeri della fame nel mondo

Secondo il Rapporto globale sulle crisi alimentari (GRFC 2022) del World Food Programme, l’agenzia delle Nazioni Unite per l’assistenza alimentare, 193 milioni di persone in 53 Paesi del mondo necessitano di assistenza urgente. Per la FAO, nel 2021 hanno sofferto la fame tra i 700 e gli 800 milioni di persone.

Tuttavia, gli esperti concordano nell’affermare che nel mondo si produca già cibo sufficiente a sfamare 9-10 miliardi di persone, ovvero il picco demografico previsto al 2050. Ma un terzo viene sprecato e la maggior parte dei cereali è impiegata nella produzione di biocarburanti o nell’allevamento di bestiame in stalla.