Venezia FC-Como, mister Paolo Vanoli dopo l'espulsione - foto Marco Sabadin@Vision
Venezia FC-Como, mister Paolo Vanoli dopo l'espulsione - foto Marco Sabadin@Vision

Al termine della vittoria al Penzo contro il Como, mister Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC, è intervenuto in conferenza stampa.

Ecco le sue dichiarazioni.

“Ho visto un grande Venezia. In parte me lo aspettavo, perché in queste due settimane abbiamo lavorato veramente bene, aspettavamo solo i nazionali. Ma i ragazzi è già da un po’ che stanno capendo qual è l’obiettivo. A parte questo, non è facile giocare a calcio quando c’è quest’obiettivo. Io penso che nel primo tempo siamo andati in svantaggio immeritatamente, però anche lì, con un po’ più di cattiveria nella fase difensiva e anche in fase offensiva, le partite le gestisci in un’altra maniera. Però ripeto: tanti complimenti a questi ragazzi, perché sono in un processo di maturazione; siamo un gruppo, una squadra, abbiamo detto che lotteremo fino alla fine, e oggi i ragazzi lo hanno fatto davanti ad un pubblico che ci sta aiutando e lo stiamo trascinando. Ringrazio i tifosi che sono venuti qui a sostenere questi ragazzi. Per il resto: nel primo tempo Milanese ha avuto due o tre occasioni proprio dentro l’area, e lì dobbiamo essere un po’ più scaltri. Johnsen è partito male, ma poi, quando si è acceso, ha dimostrato chi è, ma deve credere di più nelle sue qualità. Sono veramente contento, non solo del risultato, ma anche della prestazione di questi ragazzi”.

Che cos’è successo dopo il goal del pareggio, quando è stato allontanato dall’arbitro?

“Ho solo preso l’occasione per andare dal quarto uomo a dirgli che il loro portiere, ogni volta, stava perdendo tempo. In Inghilterra, quando uno perde tempo, l’arbitro lo ammonisce; bastava che lo ammonisse e il gioco sarebbe ripreso. Da lì si è offeso, ha chiamato l’arbitro che ha ammonito me. Allora: o si vuole collaborazione, o non la si vuole, perché ho solo detto per piacere, magari in toni un po’ veementi, che effettivamente il portiere stava perdendo tempo. Adesso non si può dire niente: è già la seconda volta che parlo con il quarto uomo, come è successo a Bari. Sarà una battaglia fino alla fine”.

Si può dire che sia stato il miglior Venezia della stagione?

“Sono d’accordo. E’ una squadra che temevamo, il Como, perché è una squadra fisica, in ottima condizione, e ripeto: i miei hanno fatto una grande prestazione. Non meritavamo, ribadisco, di essere stati sotto, ma siamo stati bravi a continuare a macinare. Inoltre, i tre giovani in mezzo al campo stanno crescendo tanto, e come ho già detto, a me piace lavorare con i giovani, anche se bisogna avere un po’ di pazienza. Normale che ci possa essere un po’ la paura di giocare, come è successo anche ad Ascoli, però abbiamo dimostrato di essere una squadra perché abbiamo capito i momenti, e devo dire che mi stanno piacendo perché, piano piano, stanno avendo un po’ più di convinzione, di gestione delle situazioni, cosa che è difficile da avere se non hai esperienza”.

Dopo il 3-1 avete avuto anche altre occasioni.

“Penso che, nell’arco della partita, abbiamo fatto una grande gara. Anche nel primo tempo. Poi le partite cambiano e le devi chiudere, perché alla fine, se sei sul 3-2, mancano due minuti, e sei una squadra che si deve salvare, questi sono processi, cioè piccole cose da sistemare. Questa è comunque una squadra che è in crescendo da quando sono qui, come ho già detto. Giustamente nella settimana lunga i ragazzi si sono meritati un po’ di riposo, e speriamo di recuperare Busio, Hristov. Ma il bello è che sono ragazzi che, quando li chiami, sono sempre tutti presenti. Poi ho anche detto che a me piace giocare a calcio. Da quando sono qui abbiamo fatto tante belle prestazioni. A volte mi rendo conto che la categoria non te lo permette. Ma ho detto ai ragazzi che siamo una squadra che, se ha un’opportunità di salvarsi, non è quella di lottare, perché non abbiamo giocatori per la lotta, ma siamo una squadra vivace, che deve crescere nell’esperienza. Mi ha fatto piacere veder giocare così i tre centrocampisti, vuol dire che stanno crescendo, a vista d’occhio. Ma non abbiamo fatto ancora niente. Ce la dobbiamo gustare perché è giusto, ma dovremo tornare a lavorare forte perché la prossima sarà un’altra grande sfida”.